Giovedì 19 Dicembre 2024
MANUELA MARZIANI
Cronaca

Irene Cecchini, studentessa italiana pro Putin. "Qui nessuna dittatura, la Russia è un Paese libero"

Alla ribalta dopo lo scambio di battute con il presidente a un evento pubblico. I genitori sono stati sempre d’accordo sul trasferimento a Mosca. I suoi ex professori italiani: "Irene era un’allieva molto brillante e motivata"

Corno Giovine (Lodi), 22 febbraio 2024 – “Ho scelto il Mgimo per i suoi rigorosi standard accademici e l’alta reputazione nelle relazioni internazionali e nella diplomazia". Aveva le idee chiare fin dal liceo: farò l’ambasciatrice. "Palesava già la volontà di proseguire gli studi frequentando un ateneo in Russia", racconta la sua ex preside. Oggi Irene Cecchini è a Mosca, quartiere di Prospekt Vernadskogo, quarto anno della facoltà di Affari governativi e internazionali.

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Davanti a Vladimir Putin, in un dialogo immortalato dalle telecamere di Stato al forum Idee forti per tempi nuovi – a suo agio con lo zar e la lingua straniera – ha confessato al capo del Cremlino d’essere "innamorata della Russia". Idee forti? "Quella che vedete in Italia non è la realtà: qui si sta benissimo. È un Paese libero che dà opportunità a tutti", ha spiegato in un’intervista alla Stampa . Tempi nuovi? "Il racconto della Russia illiberale, dittatoriale è una costruzione dell’Occidente che da anni attacca Mosca – ha poi precisato –. L’Occidente ha sempre considerato questo Paese come la pecora nera. La Russia non ha fatto altro che difendersi".

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Irene Cecchini, 22enne originaria del Lodigiano, studia all’Università Mgimo di Mosca
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Milanese d’origine, famiglia residente a Cascina Colombarone di Corno Giovine, 1.140 abitanti nel Basso Lodigiano, un paio di chilometri fuori paese. Figlia di un laureato in chimica, piccolo imprenditore nel ramo delle vernici; la mamma attiva nel settore agricolo, coltivazione di lavanda; due fratelli minori. Irene Cecchini, "allieva modello, borse di studio e determinazione", ha frequentato il ginnasio al liceo Novello di Codogno e il triennio nella sezione B del Melchiorre Gioia di Piacenza. Voto di maturità: 96/100. "Qui ha approfondito la conoscenza della politica e della letteratura russa, preparandosi a un futuro nel campo delle relazioni internazionali", ricorda la dirigente scolastica Cristina Capra.

Sostenuta e incoraggiata dai suoi insegnanti, dopo il diploma Irene Cecchini aveva chiesto una lettera di presentazione per l’iscrizione all’università statale russa. Obiettivo raggiunto. "Trasferirsi in un altro Paese è sempre difficile e stressante, soprattutto se si tratta di un Paese con lingua e cultura diversa – ha raccontato in un’intervista del 2023 al sito dell’ateneo, a Ucraina già invasa –. Conoscevo i russi dai media e ho scoperto che, contrariamente all’immagine che mi ero fatta, sono cordiali, accoglienti e desiderosi di condividere la loro cultura e tradizioni con gli stranieri. C’è un forte senso di comunità e la voglia di aiutarsi a vicenda". L’ha detto anche a Putin: "Propongo anche una parola nuova: impatrio. Che significa trasferirsi in un luogo di residenza permanente in Russia sulla base di valori culturali, tradizionali e familiari. Ciò sarebbe vantaggioso per la Russia, perché queste persone porterebbero nuove competenze, diventerebbero imprenditori...". E si sentirebbero di casa a Mosca, insomma. Così come Putin, in un impasto di presunta nostaglia e messaggi trasversali, ha ricordato d’essersi sempre trovato bene in Italia: "Mi sentivo a casa".

Irene Cecchini ha sempre avuto sogni più grandi di Corno Giovine. "Il paese offre poco", ammette il sindaco Gianpiero Tansini: "Per questo, solitamente, i ragazzi si spostano a Codogno o a Piacenza". Ma chi avrebbe scommesso su Mosca? "È stato un colpo di fulmine", dice la ragazza. "Irene ha sempre conseguito risultati brillanti. Speriamo riesca a coronare il sogno di diventare diplomatica", la coccola il suo (ex) sindaco. La studentessa ha imparato il russo da zero, una lezione al giorno, ogni giorno: "Può sembrare difficile all’inizio – ha spiegato – specialmente per il suo alfabeto distintivo, il cirillico, il sistema dei casi e le regole di pronuncia". Dopo l’incontro con Putin spera, "un giorno", di ottenere la cittadinanza russa. I genitori, dice, approvano il trasloco nella terra "che l’ha accolta". L’expat benedetta dallo zar.