Sabato 21 Dicembre 2024
VIVIANA PONCHIA
Cronaca

Investe e uccide ladro dopo la rapina, il criminologo: "Esasperazione diffusa"

Il professore Fabrizio Pace: tra la gente sta crescendo la sfiducia nella giustizia. "Ma non può essere una giustificazione, perché non siamo una società malata"

Roma, 11 settembre 2024 – Una donna di mezza età, imprenditrice, una persona normale. Che una rapina trasforma in Horus, il dio vendicatore. Assassina senza empatia, giustiziera al volante di un Suv. Il criminologo Fabrizio Pace non azzarda interpretazioni psichiatriche sul caso. Tenta però di farci capire che aria tira là fuori.

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Il luogo dove è stato investito il 47enne
Il luogo dove è stato investito il 47enne

Dottor Pace, per rabbia, frustrazione o magari paura qualcuno sta diventando matto?

"Niente panico. Posso ipotizzare che in questa occasione sia stata portata all’estremo la frustrazione di una donna sfiduciata dalle istituzioni, dalle denunce che cadono nel vuoto. Nessuno mi protegge, io vedo nero e ci penso da sola".

Giustizia fai da te. Il corrispettivo del parente che prende a botte i medici del pronto soccorso. Una follia che lascia attoniti .

"Accade a chi non vede una via d’uscita. In quel momento era la mia missione, dicono certi miei pazienti. Non giustifico quella donna ma devo cercare di capire cosa c’è a monte del suo gesto. Probabilmente uno spiccato senso di giustizia tradita, una volontà di protezione non solo individuale. La cosiddetta criminodinamica è agghiacciante, la criminogenesi va indagata: cosa l’ha fatta scattare così?".

Non dica che può capitare a tutti. Che più o meno ogni essere umano rischia di andare fuori di testa. Non in quel modo.

"La rapina in questo caso ha toccato certe corde personali che non sono né le mie né le sue. Sono andato in ferie con il camper nuovo e il primo giorno mi hanno spaccato il vetro. Avrei potuto reagire in tanti modi invece ho riparato il danno e sono ripartito. Rispondiamo a esigenze interne imperscrutabili. Questa donna si è fatta giustizia in un modo orrendo perché l’altro oltraggiava qualcosa per lei sacro. Non ha retto. Ha perso i freni inibitori ed è passata dal pensiero all’azione come il toro che vede il rosso: devo eliminare quello che non mi fa stare sereno".

Le risulta che oggi la gente sia mediamente più esasperata? "Sicuramente sì, perché conduciamo vite che portano all’esasperazione. Ma non siamo una società malata, tutto va ricondotto al percorso individuale, al passato più o meno disfunzionale. Siamo il frutto di ciò che siamo stati. Nella moltitudine ci sono persone che covano eventi potenzialmente scatenanti".

’Trattenere la rabbia è come trattenere un carbone ardente con l’idea di gettarlo a qualcun altro. Ma chi scotta siamo noi’. È una frase attribuita al Buddha.

"La rabbia è un’emozione come le altre ma la conosciamo meglio perché si manifesta in maniera più fragorosa. Va imparata, gestita, resa manifesta a piccole dosi. Altrimenti diventa un detonatore letale".

In macchina è più facile perdere la testa?

"Come in casa o davanti al pc. Ci sentiamo sicuri, forti, autorizzati a dire e fare ciò che vogliamo".

Un rapinatore di banche degli anni Settanta sosteneva che gli uomini di fronte a una pistola puntata alzano le mani mentre le donne hanno reazioni imprevedibili di cui preoccuparsi.

"Un po’ vero e un po’ luogo comune. Da criminologo dico solo che le donne mettono in atto strategie di gestione dell’evento più sofisticate e a volte spiazzanti".