Roma, 8 gennaio 2025 - Una fotografia incredibile che ritrae una situazione “all’incontrario” sulle montagne del Cuneese: la neve e il ghiaccio hanno coperto le pendici dei monti, lasciando invece scoperte le cime. Si tratta di inversione termica, un particolare fenomeno meteorologico che ha interessato le montagne piemontesi negli scorsi giorni.
La fotografia è stata pubblicata sulla sua pagina Facebook dal meteorologo Andrea Vuolo, che ha poi raccolto altre immagini stupefacenti delle montagne piemontesi “al contrario” e ha spiegato ai suoi follower le cause di questa strana situazione. Il particolare fenomeno ha interessato soprattutto la zona del Cuneese, tra Prato Nevoso e Artesina.
Cos’è l’inversione termica?
Le fotografie pubblicate da Vuolo mostrano quello che accade quando in montagna si presente un'inversione termica: “Nevischio da nebbia e galaverna con temperature sotto lo zero verso il fondovalle; più in quota scorrimento di aria calda e umida sopra i 1.600 metri, con gradienti termici verticali fino a 15°C in poche centinaia di metri di differenza”, scrive il meteorologo. In altre parole, questo fenomeno è caratterizzato dalla presenza di aria fredda e pesante, carica di umidità, negli strati più bassi dell’atmosfera. Questo causa la formazione di nebbia e nubi basse che, risalendo dalla pianura, hanno dato origine a nevischio e galaverna (precipitazione di ghiaccio in forma di aghi o scaglie) nella parte inferiore dei monti, dove si è registrata una temperatura di 0°C.
Contemporaneamente, nello strato atmosferico superiore è arrivata invece dell’aria dalle temperature molto miti, di origine subtropicale-marittima: questa massa di aria calda ha fatto salire temporaneamente lo zero termico fino a oltre 3mila metri di altitudine. A 1700 metri, infatti, la temperatura raggiungeva i 10°C.
Si è così creata una stratificazione netta tra due masse d’aria, che avevano caratteristiche completamente opposte. La combinazione dell’inversione termica con l’assenza di neve in alta quota sulle Alpi Marittime, dovuta a un prolungato periodo secco e mite, ha dato origine a un episodio estremamente particolare, in cui il manto nevoso si ferma sulle pendici e lascia scoperta la cima delle montagne. La zona alpina interessata rappresenta "ad oggi l’area meno innevata di tutto l’arco alpino italiano", fa notare Vuolo.