Roma, 12 marzo 2025 – Giorgia Meloni appoggia il piano von der Leyen per il riarmo. Come si concilia con la sua posizione contraria? “In realtà al governo la pensiamo nella stessa maniera – avvisa il leader della Lega, Matteo Salvini –. Come ha detto Giorgetti, prima di giudicare occorre capire qual è la proposta in campo, che ancora non è chiara. Non possiamo essere favorevoli o contrari a qualcosa che ancora non conosciamo. Investire di più sulla sicurezza nazionale per la Lega è positivo, ovviamente non a discapito di sanità e spese per le famiglie. Occorrono prudenza e responsabilità, quando si parla di indebitare i nostri figli e soprattutto quando si tratta di armi e di guerra”.

Perché l’impostazione di quel piano non va bene? “Da quanto leggiamo, perché un “piano” concreto ancora non c’è, non comprendiamo perché dovremmo fare debito pubblico per comprare altre armi. Da chi? In quanto tempo? Per fare cosa? Con quali soldi? Fino a un mese fa Bruxelles impediva all’Italia di investire troppi soldi per sistemare ospedali e scuole, per aumentare stipendi e pensioni. Oggi invece i soldi ci sono, addirittura 800 miliardi, ma per comprare armi? E poi, mi permetta, da tre anni ci raccontano che la Russia è in ginocchio, che è in crisi e che sta perdendo la guerra, mentre ora improvvisamente diventa addirittura una “emergenza esistenziale”, come dice von der Leyen? O hanno raccontato sciocchezze prima, o ce le raccontano adesso. Ultima annotazione: se Romano Prodi è favorevole all’esercito europeo, come era favorevole all’euro, sarebbe saggio fare l’opposto”. Perché contesta anche le proposte di Macron? “Mentre Zelensky, Putin e Trump parlano di pace, di tregua e di cessare il fuoco, qualcuno parla invece di armi nucleari, di esercito europeo e di invio di soldati in Ucraina. Non vi sembra un controsenso? Oltretutto Macron, stando ai dati, rappresenta ormai una minoranza della minoranza perfino in Francia”. Come si può garantire la sicurezza in Europa senza spendere in armi, se Trump spinge per il disimpegno americano nella Nato? “La spesa va garantita con scelte ragionevoli, su base nazionale, e certamente non in un’ottica di contrapposizione con gli Stati Uniti. L’Italia ha eccellenze mondiali nel campo della Difesa: pensiamo a Leonardo. Possiamo e dobbiamo dire la nostra, quindi, su questi temi. Ma senza fretta e senza con quell’approssimazione che stiamo vedendo a Bruxelles”. Che cosa (che non fa) dovrebbe fare l’Europa per la pace? “Negli ultimi tre anni l’Ue non è mai stata un interlocutore credibile, non ha mai costruito un dialogo con le parti in guerra, a differenza di quanto ha invece provato a fare il Santo Padre. Prima si è accodata a Biden, che non è riuscito minimamente a incidere e anzi ha inasprito il clima, ora Bruxelles sta attaccando Trump, che invece finalmente sta lavorando per la pace. L’Europa dovrebbe essere un ponte fra gli Usa e i due Paesi in guerra, come giustamente chiede il nostro presidente del Consiglio, non inseguire i toni bellici di qualcuno che non vuole la pace”. C’è chi l’accusa di pensarla come Schlein. “Semmai è vero il contrario. Il Pd governa da anni in Europa, e ha approvato tutte le scelte suicide contro le imprese italiane, contro le auto e le moto, contro l’agricoltura e a favore di un’immigrazione di massa. Ora cambiano idea? Meglio tardi che mai. Per la Lega, l’Italia deve poter rafforzare la propria sicurezza interna e la difesa dei confini, e lo stesso devono poter fare gli altri Paesi, senza però tagliare la sanità o le pensioni. E se davvero Ursula von der Leyen volesse perfino evitare un voto nel Parlamento europeo, unico organismo eletto dai cittadini, sarebbe gravissimo”.
Come arrivare, però, alla pace senza sacrificare l’Ucraina e con garanzie per la sicurezza europea? “Caldeggiando la trattativa Zelensky-Putin, così come suggerito da Trump: saranno poi loro a decidere di confini e tutto il resto. Il ruolo degli Stati Uniti è fondamentale per tutelare l’Occidente”. Trump, però, sta sconvolgendo gli assetti mondiali anche con i dazi: come possiamo difenderci? “Confermandoci interlocutori credibili e facendo quel che per troppo tempo hanno fatto Francia o Germania: difendendo i nostri interessi nazionali, senza aspettare la mediazione europea che avrebbe effetti nefasti. Già in passato gli Usa hanno messo numerosi dazi, e le nostre aziende non ne hanno risentito, aumentando anzi le esportazioni. Noi abbiamo imprenditori eccezionali: le imprese italiane sono cresciute nonostante guerre, pandemie, sanzioni e dazi. E continueranno a farlo, con un governo serio e credibile”. Un’ultima nota “interna“: che cosa sarà la Lega al congresso? “La Lega sta aumentando gli iscritti, abbiamo superato quota 500 sindaci, si stanno avvicinando imprenditori e liberi professionisti. Il congresso sarà determinante per confermare lo slancio di un partito coraggioso e determinato, mentre stiamo portando a casa alcuni provvedimenti come la pace fiscale che libererà milioni di italiani ostaggio del fisco. Si tratta di cittadini in buonafede che sono in emergenza: la Lega c’è”.