Martedì 12 Novembre 2024

Toti, finito l’interrogatorio fiume di 8 ore. Depositata memoria difensiva di 17 pagine: “Ho sempre perseguito l’interesse pubblico”

Il governatore deve rispondere di corruzione elettorale, falso e voto di scambio di fronte ai pm liguri. Poi presenterà al gip istanza di revoca dei domiciliari: dimissioni più vicine

Genova, 23 maggio 2024 – Si è concluso l’interrogatorio di Giovanni Toti. Otto ore di confronto con gli inquirenti per il presidente della Liguria, indagato per corruzione elettorale, falso e voto di scambio, e attualmente agli arresti domiciliari, è stato portato, poco dopo le 11, nella caserma della guardia di Finanza di piazza Cavour a Genova per essere ascoltato dai magistrati che conducono la maxi inchiesta ligure.

Da quanto si apprende Toti ha risposto ai giudici respingendo tutte le accuse di corruzione. Gli inquirenti avevano preparato una lista di 180 domande per il governatore della Liguria.

Il governatore della Liguria Giovanni Toti (Ansa)
Il governatore della Liguria Giovanni Toti (Ansa)

Toti ha depositato una memoria di 17 pagine a corredo dell'interrogatorio investigativo tenuto oggi davanti ai pm Federico Manotti e Luca Monteverde, insieme all'aggiunto Vittorio Ranieri Miniati. Il documento è stato scritto per "spiegare le linee politiche e morali che, da quanto ho assunto l'onore di guidare Regione Liguria, hanno sempre informato l'attività perseguita dalla Giunta regionale nella unica prospettiva di servire il bene e l'interesse comune dei cittadini liguri e delle loro istituzioni”.

Nella memoria Toti sottolinea che “c'è da parte mia la ferma volontà di collaborare alla ricostruzione della verità” per restituire “alla mia figura di uomo e di servitore dello Stato la dignità che ho costantemente cercato di preservare”. “Nel mio percorso politico ho sempre cercato di perseguire l'interesse pubblico – scrive Toti – il quale è il fine ultimo della mia azione politica. Tale fine è seguito non già mediante la contrapposizione con le rivendicazione dei privati quanto piuttosto attraverso la veicolazione di queste verso l'interesse della collettività e del territorio, modalità con la quale si realizza la migliore essenza dell'interesse pubblico”.

Nell’immediato dell’arresto Toti non aveva voluto rispondere al giudice per le indagini preliminari, riservandosi – è la motivazione addotta dagli avvocati difensori –  di leggere prima le carte e di saperne così di più sulle accuse a lui contestate.

Le accuse

Oggi Toti proverà a difendersi di fronte ai pm Federico Manotti e Luca Monteverde, che gli contestano di aver ceduto alle presunte pressioni dell’imprenditore Aldo Spinelli riguardo alle concessioni in porto a Genova, in cambio di cospicui finanziamenti elettorali, alcuni intestati direttamente al suo Comitato, altri transitati per un suo conto personale, utilizzato comunque solo per spese politiche. Il governatore deve rispondere anche di voto di scambio alle regionali del 2020 e del rapporto con i gemelli Testa, ex dirigenti di Forza Italia che avrebbero fatto convergere sul suo nome il voto dei mafiosi della comunità riesina a Genova (avrebbe fatto da tramite il suo capo di gabinetto Matteo Cozzani, arrestato anche lui). Sotto la lente della procura anche le relazioni con Francesco Moncada, ex consigliere del Cda di Esselunga, e genero del fondatore della catena di supermercati Bernardo Caprotti, sottoposto a interdittiva (non revocata) perché, secondo l'accusa, avrebbe pagato le pubblicità, in modo occulto, per il partito di Toti. In cambio il presidente avrebbe ‘oliato’ le pratiche per l'apertura dei supermercati a Genova, Savona e Rapallo. 

Sarebbero quattro le tornate elettorale (amministrative di Savona e Genova, nazionali del settembre 2022 ed elezioni di Ventimiglia e Sarzana) in cui – secondo l’ordinanza di custodia cautelare –  Toti "pressato dalla necessità di reperire fondi per affrontare la campagna elettorale, ha messo a disposizione la propria funzione, i propri poteri e il proprio ruolo, in favore di interessi privati, in cambio di finanziamenti, reiterando il meccanismo con diversi imprenditori" e così "abdicando" ai "propri importanti doveri istituzionali".

La difesa

"Toti non promette qualcosa a Spinelli  fa un'attività di mediazione –  ha spiegato Stefano Savi, legali di Toti, anticipando la linea difensiva oggi al Corriere della Sera  –- Questa vicenda deve essere letta sapendo come vanno da secoli le cose in porto dove ci sono sempre state delle grandi guerre tra terminalisti in concorrenza tra loro, poi concluse con grandi paci”. Toti "afferma di aver fatto ciò che ha fatto in altre centinaia di casi, di cui faremo un elenco, sia per chi ha contribuito ai suoi Comitati sia per chi non lo ha fatto, perché guardava all'interesse pubblico che era di agevolare gli investimenti in Liguria”. Per quanto riguarda i finanziamenti ricevuti, “non vedeva nulla di male a invitare a contribuire come ha fatto con Spinelli, che ha dato soldi a tutti i partiti. I fondi che arrivavano passavano per vie ufficiali rispettando le regole, quando ciò non è avvenuto i finanziamenti sono stati rifiutati o restituiti”. Sulla faccenda dei riesini 

"è emerso che quelle persone lo facevano un po’ con tutti i gruppi politici, ma si parla di una cena organizzata dai suoi collaboratori di cui Toti sapeva solo che riguardava la comunità riesina”.

Dimissioni più vicine

La giornata di oggi sarà determinante anche per il futuro politico di Toti. Dopo l’interrogatorio i difensori di Toti potrebbero presentare istanza di revoca dei domiciliari. Una volta venuta meno la misura cautelare, il governatore potrebbe confrontarsi con la sua maggioranza e decidere se dimettersi o meno.