Martedì 10 Settembre 2024
Tommaso Strambi
Cronaca

Inseguimento e vendetta. Rapinata, investe e uccide il ladro. Fermata imprenditrice

Il 47enne schiacciato da un’auto contro una vetrina, le immagini dalle telecamere. Il Suv della titolare di uno stabilimento balneare è passato più volte sul corpo. E sui social si scatena la follia: «Ha fatto bene, l’avrebbero subito scarcerato»

Viareggio, 10 settembre 2024 – «Correte Correte c’è un uomo a terra privo di sensi. Si è accasciato all’improvviso, ha avuto un infarto». La telefonata concitata è arrivata l’altra notte pochi minuti dopo mezzanotte. E, in effetti, quando i volontari e il medico della Croce Verde di Viareggio sono arrivati in via Coppino nel quartiere della Darsena, per prima cosa hanno provato a rianimarlo con il defibrillatore. Ma per Malkoun Said, nato in Algeria, 47 anni fa, non c’era più niente da fare. Il suo cuore si è fermato prima dell’arrivo al Pronto Soccorso.

Cinzia Dal Pino
Cinzia Dal Pino, 65 anni, l'imprenditrice fermata con l'accusa di omicidio volontario

Una morte improvvisa, sembrava. Ma, appunto, era solo apparenza. Perché quando gli agenti, poco prima, avevano raggiunto il personale del 118 avevano notato che qualcosa non tornava. Il corpo si trovava davanti alla vetrina in frantumi di un negozio specializzato in strumenti elettronici per la nautica. Stava compiendo un furto? È rimasto ferito nell’infrangere il vetro? Eppure a terra nessuna macchia di sangue. Nulla di nulla. Solo un corpo esanime di un uomo conosciuto alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio. Un piccolo indizio e poco più. Poi, quando l’alba ha iniziato a rischiarare il nuovo giorno, dalle telecamere di videosorveglianza delle imprese presenti nel quartiere dei cantieri viareggini famosi in tutto il mondo è emersa un’altra verità. Quell’uomo era stato preso in pieno e spinto contro la vetrata del negozio da un Suv bianco lanciato a folle velocità proprio per investirlo.

«Non solo una volta, ma almeno due o tre», racconta a mezza voce un investigatore che per primo ha visionato il filmato. Un regolamento dei conti tra spacciatori o soggetti della microcriminalità viareggina? No, la targa di quell’auto che, frame dopo frame, ha consentito di identificare la proprietaria ha svelato tutta un’altra storia. A bordo c’era una donna che una ventina di minuti prima aveva subito la rapina della borsa, sotto la minaccia di un coltello, all’interno dello storico stabilimento balneare di famiglia, lungo la Passeggiata. Forse l’ennesima in questa stagione o, forse, la prima. Chissà. Quel che è accaduto dopo è devastante. L’imprenditrice è salita sul suo Suv e si è messa all’inseguimento dell’uomo, senza chiamare le forze dell’ordine. E quando lo ha visto camminare con in mano ancora la sua borsa in via Coppino non ci ha visto più. Ha accelerato e lo ha investito. Poi, quando lui era a terra immobile, è scesa (raccontano le immagini), ha recuperato la borsa e si è dileguata nel buio.

«Giustizia è fatta», avrà pensato prima di spegnere la luce e dormici su. O, forse, sarà rimasta sveglia con gli occhi spalancati dall’adrenalina. Almeno fino a quando gli uomini della Squadra Mobile del Commissariato di Viareggio non si sono presentati al suo stabilimento, il Bagno Milano in Passeggiata, a pochi metri dall’Orologio. Con discrezione l’hanno fatta salire su un’auto civetta e accompagnata negli uffici della Questura di Lucca. Per lei, Cinzia Dal Pino, nata a Viareggio nel 1959, ieri sera è scattato il fermo di polizia giudiziaria con l’accusa di omicidio volontario. Il primo a parlarci per qualche minuto è stato il suo legale, Enrico Marzaduri, professore di Diritto penale all’Università di Pisa: «Prima dobbiamo visionare bene i filmati». Mentre sui social si scatena il delirio: «Ha fatto bene, tanto lo avrebbero subito scarcerato», scrivono in diversi.