Mentre questa settimana 7 milioni di studenti stanno facendo il loro ritorno sui banchi, ministero dell’Istruzione e sindacati fanno il punto sugli organici per l’anno scolastico 2023/2024. Complessivamente risultano effettuate 40.462 nomine in ruolo di docenti su un contingente autorizzato di 50.807 posti. Risultano, dunque, non assegnati 10.345 posti "a causa – fa sapere il dicastero– delle rinunce al ruolo o a una scarsa risposta soprattutto alla prima operazione di call veloce su posto comune e sostegno". Nel dettaglio, per quanto riguarda i posti comuni, le nomine in ruolo ammontano a 27.108 su 32.784 posti di contingente (pari a 82,7%) con 5.676 cattedre non assegnate. Sul fronte del sostegno sono invece 13.354 (pari al 74,1% dei 18.023 posti disponibili ) con 4.669 posti non coperti. Le nomine in ruolo dei dirigenti scolastici sono state, infine, 182. Numeri che – evidenzia il ministero – segnano un cambio di passo rispetto allo scorso anno con un a percentuale di copertura dei posti del contingente pari al 79,6% rispetto al 47,4% di copertura nell’a.s.2022/2023. La partita delle cattedre non è, tuttavia, conclusa.
I 10.345 posti residui del contingente autorizzato – che dovranno essere coperti con supplenze annuali – verranno utilizzati per incrementare le disponibilità per il primo concorso Pnrr portandole dai 30.216 posti accantonati a 40.561 (26.777 su posto comune e 13.784 su sostegno). In totale, per quest’anno scolastico sono 135.138 le supplenze previste, di cui 40.561 supplenze annuali e 94.577 supplenze fino al termine delle attività didattiche. Queste ultime sono destinate a un incremento di 20mila-25mila unità per effetto dell’aumento dei posti in deroga di sostegno in corso d’anno scolastico. Caratterizzato da un consistente precariato e dal forte turnover dei docenti che si ripercuote negativamente sulla continuità didattica, il settore del sostegno vede quest’anno 112.386 docenti di ruolo forniti di specializzazione; 13.784 supplenti annuali (con nomina fino al 31/8); e 70.435 supplenti fino al termine delle attività didattiche (con nomina fino al 30/6).
La strategia del ministero per innescare un’inversione di tendenza prevede l’introduzione del vincolo di permanenza per tre anni scolastici nella prima scuola di nomina per i neo immessi in ruolo; l’aumento dei posti di TFA sostegno, che nel prossimo anno accademico saliranno a circa 30mila; una nuova procedura di concorso per oltre 13mila posti; la modifica del regolamento per le supplenze, in modo da consentire la conferma dei docenti precari sui posti ricoperti per tutta la durata del ciclo scolastico frequentato dagli studenti con disabilità che sono loro affidati, nel pieno accordo fra le famiglie e le istituzioni scolastiche.
Un altro nodo è quello delle reggenze. Sulle 8.089 scuole che risultano funzionanti sul territorio nazionale, i dirigenti scolastici in servizio effettivo sono 6.998: per que st’anno scolastico 1.091 non avranno, dunque, un preside titolare e gli Uffici scolastici regionali hanno provveduto ad assegnare loro un reggente. "Le classi sono state aperte con un gravissimo vulnus: più di duemila istituti hanno metà dirigente" commenta il sindacato Dirigentiscuola.