Roma, 18 febbraio 2017 - CONTINUITÀ didattica a rischio con un terzo degli insegnanti fuori dall’organico di diritto e spesso docenti non specializzati. Sul fronte delle cattedre del sostegno la strada appare tutta in salita. In dieci anni gli alunni con disabilità sono aumentati esponenzialmente anche per l’ampliarsi delle patologie per cui è riconosciuto il sostegno: dai 174.404 dell’anno scolastico 2007/2008 ai 224.509 di quest’anno. Le esigenze sono sempre maggiori nonostante la stabilizzazione dei docenti specializzati proceda (solo con la Buona scuola sono stati istituiti altri 6.300 posti aggiuntivi di sostegno). E il numero dei posti in deroga, quelli con cui si cerca di rispondere alle necessità con supplenze annuali, sono, a detta dei sindacati, ‘spaventosi’. SECONDO i calcoli della Cisl Scuola siamo davanti a circa ‘47 mila docenti’ non stabilizzati, un terzo del totale. "C’è una grande massa di docenti – spiega Maddalena Gissi della segreteria nazionale – che ogni anno si rinnova, si sposta, che è tutto precariato spesso senza nemmeno specializzazione". Insomma la richiesta è una: "Convincere il Ministero dell’Economia che i posti di insegnanti di sostegno possono essere stabilizzati, perché lo richiede la rilevanza del numero degli alunni disabili». L’Anief parla di una vera e propria ‘Babele’ con posti affidati da anni a supplenti annuali «senza alcun rispetto per la continuità didattica e per i docenti da stabilizzare". Dal Miur si spiega che si sta cercando di dare una risposta ‘con la stabilizzazione negli ultimi anni di moltissimi docenti’. Nell’anno scolastico in corso erano 124.572 le cattedre di sostegno (90 mila dell’organico di diritto a cui si sommano i posti in deroga), la maggior parte in Campania (17.805), Lombardia (16.755), Lazio (14.364), Sicilia (13.224). La popolazione di alunni disabili rappresenta il 2,8% del totale di 7.816.408 studenti divisi in 370.597 classi. "PER quanto riguarda i posti in deroga – spiega Pino Turi, segretario della Uil scuola – spesso sono anche i tribunali a riconoscere questo diritto sulla base dei ricorsi dei genitori. Il rapporto è 1 a 1 per i bambini disabili gravi mentre negli altri casi l’insegnante di sostegno c’è per alcune ore, tipo 9 su 18. Bisogna aumentare l’organico di diritto perchè così non si garantisce la continuità didattica e si aumenta il precariato per risparmiare che cosa? Meno di due mesi di stipendio e sulla pelle dei bambini». C’è poi un’altra questione. La delega alla riforma della Buona scuola vuole portare da 20 a 22 il numero di alunni per classe in presenza di disabili. Da un gruppo di senatori di Palazzo Madama è partita un’interrogazione al ministro dell’Istruzione per obiettare che «non vengono garantiti i diritti né soddisfatti i bisogni degli studenti disabili». «Non possiamo che contrastare questa norma – osserva Marcello Pacifico presidente dell’Anief –, come si può pensare di elevare la qualità della didattica ‘speciale’ se a governare sono sempre le esigenze di cassa?".
CronacaLa girandola dei prof di sostegno. "Precari senza formazione specifica"