Roma, 8 maggio 2023 - Insalata in busta addio. Idem per i cestini di fragole, le confezioni di pomodorini o le arance in rete E non si salvano neppure le bottiglie magnum. Questo almeno è l’allarme lanciato da Coldiretti che ha dedicato un Salone di Tuttofood a Milano a “Il cibo italiano sotto attacco”.
Il titolo non lascia nulla alla fantasia. E rilancia un tema caro all’associazione: la difesa della cultura e dei prodotti made in Italy.
Perché sono a rischio insalata in busta e fragole
La proposta di nuovo regolamento sugli imballaggi dell’Unione europea nascerebbe da un duplice obiettivo: da un lato ridurre la plastica, dall’altro favorire il riuso del vetro, con bottiglie quindi standard. Ma Coldiretti replica con le
plastiche ‘eco’ e la difesa della diversità, simbolo della creatività italiana, che non dev'essere cancellata.La Ue e le abitudini degli italiani
Dunque la proposta di regolamento sugli imballaggi presentata dalla Commissione Europea imporrebbe, tra le altre cose, l’addio alle confezioni monouso per frutta e verdura di peso inferiore a 1,5 chilogrammi, giudicate superflue e considerate al pari delle piccole confezioni di shampoo usate negli hotel. Una scelta che apre ad una serie di problemi, dal punto di vista igienico-sanitario, della conservazione e degli sprechi, che potrebbero aumentare, come potrebbero aumentare anche i costi per i consumatori e per i produttori. Basti pensare al tradizionale cestino di fragole o piccoli frutti che soprattutto nelle fasi di trasporto protegge l’integrità del prodotto.
Ma si rischia anche un effetto negativo sui consumi dove i prodotti di quarta gamma, dalle insalate in busta alla frutta confezionata, sono ormai entrati profondamente nelle abitudini degli italiani, con il pericolo di ridurne il consumo, già calato dell’8% per la frutta e del 10% per gli ortaggi nel 2022, con un impatto pericoloso sulla salute. Il risultato è che appena il 16,8% degli italiani ha consumato prodotti ortofrutticoli almeno quattro volte al giorno, con una forte diminuzione rispetto al periodo 2015-2018 quando la percentuale era al 20%, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat.