Roma, 18 aprile 2019 - Diventa un caso il servizio social di 'Inps per la famiglia'. La pagina Facebook è stata subissata da richieste di informazioni sul Reddito di cittadinanza, tanto che il social media manager è costretto a un'attività serratissima per rispondere a tutte le domande, alcune per la verità particolarmente insistenti e prive di logica. L'esperto Inps sembra perdere la pazienza e in alcuni casi interviene in modo scomposto. In particolare con un'utente che gli (o le) dà filo da torcere: tale 'Candy Candy' continua a lamentare di non avere il Pin (necessario per sapere a che punto è la propria richiesta). "Basta richiederlo a Inps e Poste - risponde piccato l'operatore -. Oppure è troppo occupata a farsi i selfie con le orecchie di coniglio?". Gli screenshot del botta e risposta fanno il giro del web mentre su Twitter sale l'hashtag #inpsperlafamiglia.
Inps per la famiglia, la social manager in ospedale. "Troppo stress dopo le critiche"
Sulla pagina Facebook 'Inps per la famiglia' si alternano i commenti di chi contesta l'importo del Reddito ricevuto, diverso da quello atteso, a quelli di coloro che criticano la misura del governo. Un putiferio che deve aver esasperato i moderatori della piattaforma. "Si ricorda a tutti gli utenti - scrive Inps per la famiglia nella risposta a un post - che su questa pagina NON è possibile pubblicare commenti che contengano valutazioni politiche né favorevoli né contrarie. Qui si chiedono informazioni nei limiti della nostra social media policy e netiquette che voi accettate implicitamente scrivendo qui. NON dovete interloquire nei commenti di altri utenti ma aprire thread personali con le vostre richieste. Inoltre insultare chi vi risponde qui".
C'è persino una cittadina che chiede delucidazioni sul figlio che non ha "mai lavorato legalmente". E allora, "innanzitutto le consigliamo di non scriverlo sul social della Pubblica Amministrazione - la bacchetta l'Inps - Se lavora in nero e chiede il Reddito, rischia fino a 6 anni di prigione".
La pagina diventa presto un forum dove tutti replicano a tutti e il social media manager è costretto a strigliare: "I commenti di altri utenti NON devono essere commentati e NON dovete rispondere al posto nostro".
C'è chi accusa di poca professionalità gli addetti social Inps, che provano a rispondere a ogni singolo commento che arriva con uno stile, va detto, quantomeno disinvolto. Qualcuno esprime invece solidarietà, puntualmente ringraziato. "Siete diventati i miei nuovi eroi", scrive Federico. "Caro social media manager di INPS per la Famiglia, ti voglio bene. Non ti invidio per niente", sono le parole di Dario. E su Facebook spunta la pagina 'Social media manager di Inps per la famiglia eroe nazionale', che ripropone un 'best of' dei commenti e delle relative risposte.
LE SCUSE - Alla fine Inps per le famiglia è costretta a chiedere scusa a quanti "possano essersi sentiti toccati od offesi da alcune nostre risposte". Nell'occasione l'Inps ripete che "risponderemo solo a commenti inerenti agli aspetti tecnici delle prestazioni erogate". Ma non c'è altro tempo da perdere, nel frattempo sono apparse decine di nuovi post da moderare.
SCONTRO POLITICO - La vicenda diventa presto terreno di scontro politico. "Dopo aver illuso milioni di italiani promettendo il reddito di cittadinanza, sembrerebbe che qualcuno, attraverso l'account 'Inps per la Famiglia', si sia anche permesso di prenderli in giro con sberleffi o insulti", tuona il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida, che annuncia "una interrogazione parlamentare al ministro competente per vederci chiaro".
Per Chiara Gribaudo del Pd "sulla pagina di Inps per la Famiglia va in scena uno spettacolo truce. Centinaia, migliaia di persone hanno saputo che riceveranno pochi euro al mese come reddito di cittadinanza: chi addirittura 40 o 80 euro, chi ha visto respingere la domanda nonostante abbia l'Isee nei parametri stabiliti, e tutti si sono riversati sui social per chiedere spiegazioni".
"Al netto della facile ironia che si è scatenata per il sangue freddo del personale Inps costretto a rispondere alle domande più assurde - aggiunge la dem - abbiamo di fronte la disperazione delle persone a cui è stato fatto credere che potesse scendere la manna dal cielo". La collega Debora Serracchiani, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Lavoro, se la prende con Di Maio: "Si vergogni, le promesse del Movimento 5 Stelle agli italiani si sono rivelate non solo false, ma addirittura una presa in giro".