Roma, 11 gennaio 2024 – Un milione d’italiani a letto con l’influenza, medici di famiglia e pronto soccorso in affanno: si è scatenata l’epidemia più aggressiva degli ultimi anni, bambini e adolescenti pagano il prezzo al pari degli adulti. Eppure il sierotipo prevalente H1N1, coperto dai vaccini attuali, non ha mutato i connotati. Che cosa succede allora? Secondo Carlo Federico Perno, direttore della microbiologia nell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, vari fattori concomitanti stanno determinando questo andamento. I virus in circolazione si alternano e si sommano, causando un’ondata di polmoniti, broncopolmoniti e bronchioliti. Altri microrganismi, come il virus respiratorio sinciziale, fanno breccia nei lattanti. Infine abbiamo le sepsi, batteri che nel sovrapporsi alle infezioni virali confondono il quadro.
Isolamento prolungato
Ciò che contribuisce alla gravità dei sintomi osservati quest’anno, secondo l’esperto, è il fatto che il sistema immunitario si sia in qualche modo assopito, a causa delle restrizioni (doverose) adottate per via del Covid-19. Abbiamo limitato l’esposizione ai patogeni respiratori, ecco perché siamo più vulnerabili.
Precauzioni da prendere
I più giovani sembrano in questi giorni particolarmente bersagliati, ma l’influenza può colpire a tutte le età. Sarebbe opportuno adottare precauzioni, lavarsi spesso le mani con acqua e sapone, evitare il contatto diretto con persone malate, coprire bocca e naso quando si tossisce o si starnutisce, restare alla larga da luoghi affollati.
I sintomi della bronchiolite
La bronchiolite di cui tanto si parla è un’infezione delle ultime diramazioni che portano l’aria che respiriamo agli alveoli, si verifica addirittura nei neonati. Si manifesta con tosse, respiro affannoso, febbre e difficoltà a respirare. I bambini con patologie pregresse sono più a rischio di complicanze, in questi casi la vaccinazione antinfluenzale è sempre indicata, ma andrebbe fatta per tempo.
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Terapie e pronto soccorso
Per quanto riguarda i medicinali da somministrare al bambino influenzato, è bene consultare lo specialista. La terapia antinfettiva si giustifica in presenza di polmonite batterica secondaria. Una volata al pronto soccorso è necessaria se il bambino ha difficoltà a respirare, presenta cianosi (colorito bluastro della pelle), ha sonnolenza o soffre per una febbre insensibile ai comuni antipiretici. Covid-19 e influenza si somigliano, in certi contesti conviene fare diagnosi differenziale e adottare cure mirate.
Vaccinarsi in extremis
Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit, Società italiana malattie infettive, conferma la pressione che l’influenza sta esercitando sugli ospedali. "Nel periodo 2020-2021 – ricorda – ci siamo concentrati principalmente sul Covid-19 e sull’uso sistematico delle mascherine, quel martellamento ha passato in secondo piano tutto il resto". L’infettivologo Antonio Cascio dell’Università di Palermo sottolinea da parte sua che si vedono soggetti adulti sani e robusti colpiti duramente, facile immaginare che anche bambini e adolescenti finiscono in ospedale con complicanze. C’è però ancora la possibilità di vaccinarsi, sia per l’influenza che per il Covid.
Convalescenza a casa
Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, ha affermato che con la riapertura delle scuole ci si aspettava un aumento dei casi di influenza e di sindrome da virus respiratorio sinciziale, previsioni che puntualmente si sono avverate. Secondo il pediatra, dovremo convivere con l’epidemia fino a marzo. È fondamentale evitare di portare a scuola i bambini con sintomi influenzali per limitare la trasmissione dei virus, torneranno in classe quando saranno completamente guariti, è essenziale prendersi il tempo necessario per rimettersi in salute.