Roma, 29 dicembre 2023 - La variante Covid Jn.1 si conferma in crescita anche in Italia, nell’ultimo monitoraggio di Istituto superiore di sanità e ministero della Salute. Classificata come “la variante più frequente nell’ultima settimana di campionamento consolidata (37,1% nella settimana 4-10 dicembre)”. Con una avvertenza importante: “In base ai dati attualmente disponibili JN.1 non sembra porre rischi addizionali per la salute pubblica rispetto ad altri lignaggi circolanti”.
E proprio su questo punto fa leva il professor Matteo Bassetti, infettivologo e direttore del reparto Malattie infettive al San Martino di Genova.
Premette: “Oggi il Covid è profondamente diverso e meno aggressivo di come lo abbiamo conosciuto. Ed è uno dei tanti virus in circolazione. Per questo considero un gravissimo errore continuare a cercare solo quello”.
Professore, ci si può infettare di Covid e influenza insieme?
“Sì, è possibile anche se molto, molto raro. La sintesi è nella parola Flurona. Lo abbiamo visto tante volte anche con virus e batteri. Ma negli ultimi due anni mi è capitato davvero poche volte di averne conferma. Rispetto invece a una marea di casi di Covid e influenza separati”.
Quindi non ci sono segnali chiari per confermare la doppia infezione?
“No, è molto difficile riconoscerli. E poi mi chiedo: che senso ha scoprirlo se sono eventi che si possono gestire da casa?”.
Fare il tampone oggi è ancora utile?
“Rischia di generare un sospiro di sollievo falsissimo”.
Perché? “Perché nella rete finisce solo quello e non l’influenza o altri virus aggressivi”.
Quindi qual è l’indicazione più corretta?
“In caso di tosse, febbre e mal di gola si deve rimanere a casa. Se non si può fare a meno di uscire, occorre proteggersi con la mascherina. Insisto: non c’è solo il Covid. Un anziano con il rinovirus finisce comunque all’ospedale”.
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E com’è oggi la situazione in ospedale?
“Non c’è crisi. Chi sostiene il contrario, fa il male della scienza”.
Restano i morti da Covid.
“E qui come al solito bisogna intendersi: ci sono persone che arrivano in ospedale con altre patologie e muoiono con addosso il Covid. Così i 500 morti si riducono a 100. Questo non lo sostengo io, lo dicono i dati Fiaso dei dirigenti ospedalieri”.
Quali sono in questo momento i virus più aggressivi?
“Il panorama è davvero vasto. Intanto l’influenza A, che è fondamentalmente sostenuta da H1N1 nella stragrande maggioranza dei casi. Quest’anno invece è molto meno frequente la B. Poi virus parainfluenzali, il sinciziale che colpisce soprattutto i bambini, l’adenovirus che provoca forme respiratorie anche impegnative. E ancora: batteri che possono provocare polmoniti di stagione. Insisto: il Covid è solo uno dei tanti, non può continuare ad avere il trattamento del passato”.
I dati sulla variante JN.1 la preoccupano?
“Assolutamente no. Indicano semplicemente che quella variante è più contagiosa ma non più aggressiva. Insisto: è un gravissimo errore continuare a cercare solo il Covid. Ci sono medici che ancora oggi chiedono il tampone prima di una visita a domicilio. Così dimostrano soprattutto una profonda ignoranza. Perché, escludendo quello, si sentono al sicuro, e magari si espongono a virus molto più aggressivi che ti portano all’ospedale. Il respiro di sollievo di tanta gente negativa al Covid è assolutamente falso”.