Roma, 22 ottobe 2019 - È più aggressiva degli scorsi anni, arriva dai Paesi dell’emisfero meridionale dove l’inverno è agli sgoccioli e minaccia complicanze anche per le persone sane: l’influenza è piombata in anticipo in Italia con il primo caso grave all’Ospedale di Udine. Dove a settembre un uomo di 50 anni, senza altre patologie, è stato colpito da una forma influenzale grave finendo in rianimazione. Il paziente adesso, dopo tre settimane di ricovero, è in via di miglioramento. La Società italiana di terapia antinfettiva (Sita), che ha reso noto il caso di Udine, ribadisce l’importanza della vaccinazione antinfluenzale universale e lancia di nuovo l’appello a vaccinarsi. Gli infettivologi – che avevano già stimato nelle scorse settimane una stagione che colpirà 6 milioni di persone – sottolineano le caratteristiche del paziente: una persona di 50 anni perfettamente sana e senza nessun’altra malattia, che non rientra quindi tra le categorie a rischio.
Influenza e la vaccinazione
"Se questi sono i segnali, con una prima diagnosi già alla fine di settembre, e se si ripeterà lo scenario registrato in Australia e altre parti del mondo, andremo incontro a una stagione influenzale particolarmente aggressiva, con circolazione di virus influenzali molto diversi: H3N2, come nel caso in questione, H1N1, virus B", dice Matteo Bassetti, presidente della Società italiana di terapia antinfettiva. Che aggiunge: "Questo caso suggerisce che la forma influenzale di quest’anno, anche se non dovesse avere i numeri straordinari come quelli dell’inverno 2017-18, può colpire anche le persone sane e rafforza il messaggio che la vaccinazione deve essere universale perché non esiste categoria di soggetti risparmiata dalle potenziali complicanze".
Le forme parainfluenzali di ottobre
A Parma, il 25 settembre, era stato isolato il primo virus influenzale di stagione da un tampone faringeo di una bambina di 6 anni ricoverata nel reparto di pediatria generale e d’urgenza. Ma intanto, prima dell’ingresso vero e proprio dell’epidemia influenzale le cosiddette forme parainfluenzali in questo inizio d’autunno hanno già messo a letto 150 mila persone in tutta Italia. "Con gli sbalzi termici entrano in azione gli oltre 262 tipi di virus respiratori", spiega Fabrizio Pregliasco, virologo del Dipartimento di Scienze biomediche per la salute dell’Università di Milano. "L’epidemia influenzale vera e propria si presenterà con l’arrivo delle temperature più basse, per adesso abbiamo in circolazione tutte forme parainfluenzali con raffreddore, tosse, dolori muscolari".
La sorveglianza sull'influenza 2019-2020
Intanto è cominciata dal 14 ottobre la sorveglianza epidemiologica per la stagione influenzale 2019-2020 attraverso il sistema Influnet dell’Istituto superiore di Sanità. L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) e il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-19 riportano il 75% come obiettivo minimo perseguibile e il 95% come obiettivo ottimale negli ultra sessantacinquenni e nei gruppi a rischio. Intanto è già attivato il sistema di sorveglianza per l’influenza stagionale InfluNet, gestito dall’Istituto Superiore di Sanità. Il sistema si basa su una rete di ‘medici sentinella’ costituita da medici di Medicina Generale e di Pediatri di Libera scelta, reclutati dalle Regioni, che segnalano i casi di sindrome simil influenzale (ILI) osservati tra i loro assistiti. I ‘medici sentinella’ ed altri medici operanti nel territorio e negli ospedali collaborano inoltre alla raccolta di campioni biologici per l’identificazione di virus circolanti. La raccolta e l’elaborazione delle segnalazioni di malattia è effettuata dall’Istituto Superiore di Sanità che provvede all’elaborazione a livello nazionale e produce un rapporto settimanale che viene pubblicato sul sito internet del Ministero della Salute. Le indagini virologiche sui campioni biologici raccolti vengono eseguite dai Laboratori facenti parte della Rete InfluNet e dal Centro Nazionale per l’Influenza dell’ISS.