Roma, 3 novembre 2018 - Il picco è atteso nelle prime quattro settimane di gennaio, con da 13 a 15 casi ogni mille assistiti, ma il primo bollettino Influnet dell’Istituto Superiore di Sanità avverte che l’influenza 2018/2019 ha iniziato la sua corsa allettando già 125mila italiani. A fare da traino sono i bimbi molto piccoli, sotto i 4 anni. Nella 43a/ma settimana del 2018, secondo il bollettino InfluNet, l’incidenza totale dell’influenza è stata pari a 1,17 casi per mille assistiti, con una maggiore incidenza in Abruzzo. Siamo, in generale, ai ‘livelli di base’ di circolazione del virus, all’inizio della stagione influenzale, ma nella fascia di età 0-4 anni l’incidenza a livello nazionale è stata di 2,36 casi per mille assistiti. Nella fascia di età 5-14 anni a 0,91 nella fascia 15-64 anni a 1,31 e tra gli individui di età pari o superiore a 65 anni a 0,69 casi per mille assistiti. I casi nell’ultima settimana sono stati 71.000, ma arrivano a 125mila se si calcolano tutti quelli registrati da metà ottobre, ovvero dall’inizio della sorveglianza. «Ci attendiamo – dice il virologo Fabrizio Pregliasco – una stagione di intensità media, molto meno dello scorso anno quando i casi furono 8 milioni e mezzo. Quest’anno i virus saranno meno diffusivi. Lo sappiamo studiando l’andamento dell’epidemia nell’emisfero sud, in particolare in Australia e Nuova Zelanda, dove si è registrata una diffusività limitata». «Abbiamo già 250mila italiani colpiti da virus para-influenzali – prosegue Pregliasco – ma l’influenza vera e popria colpirà in grandi numeri da dicembre». In questo avvio di stagione influenzale alcune regioni ‘soffrono’ più di altre: 233 casi segnalati arrivano dalla Lombardia, 142 dalla Sicilia, 120 dall’Abruzzo, 65 dal Lazio, 63 dal Piemonte, 55 dalla Puglia, 54 dalla Toscana. Più indietro l’Emilia-Romagna (39) e la Liguria (30). Proiettando su tutta Italia i casi segnalati si può dire che di influenza patiscono già circa 71mila persone solo nella scorsa settimana, per un totale di 125mila casi a partire dall’inizio della sorveglianza sul virus.
Nonostante quella di quest’anno sarà una epidemia influenzale di intensità media e costringerà a letto 5 milioni di italiani costerà comunque, allo Stato e alle famiglie, quasi quanto una manovra economica, tra i costi della gestione dei casi più gravi, la perdita di denaro connessa alle assenze sul lavoro e l’esborso per i farmaci da banco. Al contrario i vaccini anti influenzali si confermano un’arma a basso costo, ma ancora sotto-utilizzata: solo il 14% dei cittadini vi ricorre ogni anno e il 60% non si è mai vaccinato. È anche a causa di questo che il virus continua a mietere molte vittime, ovvero tra le 15mila e 70mila persone ogni anno in Europa, secondo il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc). Per cercare di migliorare i numeri in gioco sta partendo in tutta Italia, anche se a velocità diverse, la campagna vaccinale promossa dal ministero della Salute. Il segretario generale dei medici di medicina generale della Fimmg, Silvestro Scotti, denuncia però in molte zone d’Italia ritardi nelle consegne dei vaccini negli ambulatori dei dottori di famiglia che quest’anno sono stati investiti dalla nuova Convenzione di un ruolo maggiore nella campagna vaccinale. «I medici di famiglia – dice – avrebbero dovuto ricevere gli antinfluenzali a metà ottobre. Ma in molte aree non sono stati ancora distribuiti. E alcuni dovranno ancora aspettare anche 10 giorni. A queste condizioni si rischia il buco nell’acqua». Tra le prime regioni a muoversi ci sarà l’Emilia-Romagna che lunedì, come la Liguria, darà il via alla campagna di comunicazione per la vaccinazione gratuita. A effettuare la vaccinazione saranno i medici di famiglia e i servizi vaccinali delle Aziende Usl, dove stanno arrivando i primi 815mila vaccini.