Mercoledì 15 Gennaio 2025
REDAZIONE CRONACA

Inferno di fuoco in corsia. Morti tre pazienti, duecento evacuati. Rogo partito dai rifiuti accatastati

Fiamme divampate all’esterno, si indaga per omicidio colposo. Il sospetto di una sigaretta gettata dall’alto. Le testimonianze: "Siamo scappati al buio, non si respirava". La rabbia dei familiari delle vittime.

Inferno di fuoco in corsia. Morti tre pazienti, duecento evacuati. Rogo partito dai rifiuti accatastati

ROMA

Per dirla con il prefetto di Roma, Lamberto Giannini, "il bilancio già è drammatico, ma poteva essere peggiore". Proprio così. L’incendio divampato all’ospedale di Tivoli venerdì notte, attorno alle 22, ha fatto tre morti – Pierina Di Giacomo e Romeo Sanna, entrambi di 86 anni, e Giuseppina Virginia Facca, di 84 – e qualche intossicato lieve a causa del fumo, e ha comportato la chiusura dell’intera struttura. Una quarta vittima della quale si era parlato nelle prime ore è in realtà deceduta mezz’ora prima del rogo.

L’intervento di Vigili del Fuoco ma anche di carabinieri e polizia ha evitato che i morti fossero molti di più. "Dall’ospedale di Tivoli – ha detto il sindaco di Tivoli Giuseppe Proietti – sono state evacuate 192 persone, di cui, oltre al personale medico 174 erano pazienti, 69 dei quali sono stati portati in altri ospedali. Non risultano feriti gravi. Sono stati evacuati bambini di tutte le età, di cui tre neonati". Tra gli evacuati ci sono anche dei neonati. La Procura di Tivoli ha aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo e incendio colposo, ha sequestrato alcune aree dell’ospedale ed è probabile che nei prossimi giorni proceda alle prime iscrizioni nel registro degli indagati.

Dopo le prime verifiche, è stato individuato con certezza il punto da cui è iniziato il rogo. "Le fiamme sono partite dal piazzale sul retro del nosocomio e si sono propagate nei locali attigui di due livelli della struttura. I piani superiori non sono stati invece raggiunti dal fuoco ma sono stati invasi dal fumo – ha detto il procuratore Francesco Menditto –. Abbiamo acquisito numerose immagini dall’impianto di videosorveglianza, da cui abbiamo un quadro chiaro su quanto accaduto e attraverso le quali al momento possiamo escludere il dolo".

Il rogo ha coinvolto un container con dentro scarti ospedalieri, e si è poi propagato al piano interrato fino a a raggiungere il pronto soccorso, con il fumo che ha invaso diversi reparti. Tra le ipotesi di innesco non è escluso il mozzicone di sigaretta gettato dall’alto. "Ho sentito la puzza di plastica bruciata e sono uscito fuori, non si respirava – ha detto all’Ansa Paolo Gabrielli, 39 anni, uno dei pazienti –. Ero in Pronto soccorso al piano -1, c’era solo fumo ed è saltata la corrente, quindi scappavamo grazie alle luci di emergenza anche se si vedeva poco". L’intervento di spegnimento è durato fino all’alba – ha spiegato il comandante provinciale di Roma dei vigili del fuoco Adriano De Acutis –. Molto pesante e coinvolgente è stata l’attività di soccorso dei degenti che non si potevano muovere da soli".

A finire sotto la lente anche il sistema antincendio e il piano di evacuazione. All’arrivo dei pompieri, poco distante dall’ospedale, il fuoco era già molto diffuso all’interno dell’edificio. Gli accertamenti si concentreranno anche su questo aspetto per stabilire se ci sia stato un malfunzionamento dell’impianto antincendio che sarebbe stato aggiornato l’ultima volta nel 2016. Fonti sindacali sostengono che nell’ultimo periodo non erano presenti nella struttura le squadre antincendio e che negli anni scorsi il personale dell’ospedale ha seguito i corsi, ma non ha fatto alcuna prova di evacuazione. Resta la rabbia dei familiari delle vittime e degli pazienti: come è potuta accadere una tragedia del genere?.

Alessandro Farruggia