Venerdì 20 Dicembre 2024
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Incidente di Santo Stefano di Cadore, tra le ipotesi gesto volontario: nessuna frenata o sbandata. Testimone: “Aveva litigato con qualcuno”

Santo Stefano di Cadore: Angelika Hutter potrebbe aver perso il controllo dopo una furiosa litigata prima di salire in macchina. La donna era già stata denunciata a Bolzano

Incidente a Santo Stefano di Cadore, sulla destra Angelika Hutter

Santo Stefano di Cadore, 8 luglio 2023 - L'atroce dubbio dell'investimento volontario è spuntato nelle indagini sull'incidente di Santo Stefano di Cadore, dove una famiglia veneta è stata falciata e uccisa da una vettura guidata dalla 32enne tedesca Angelika Hutter. Velocità palesemente elevata, nessun segno di sbandata o di frenata, stanno facendo supporre che l'Audi potrebbe essere stata lanciata volontariamente contro Mariagrazia Zuin, 64 anni, suo genero Marco Antoniello, di 48, e il nipote Mattia di due anni,  mentre passeggiavano sul marciapiede, scagliandoli a 30 metri di distanza. Ricoverati ma non gravi la mamma e il nonno.

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Il video dell’autofficina 

Un video in mano ai Carabinieri di Belluno, fornito da un'autofficina, conferma quanto rilevato dall'asfalto, nessun cambio di direzione nessuna traccia di frenata dei pneumatici. Silvano Da Rin, il titolare del garage che ha ripreso l'incidente è stato assieme al comandante dei carabinieri il primo ad accorrere sulla la scena dello schianto. 

La prova è stata acquisita dai Carabinieri e servirà ai periti per determinare con esattezza la velocità dell'Audi presa a noleggio da Hutter, che ora si trova in stato di fermo per omicidio stradale plurimo. Sicuramente, si sottolinea, correva ad almeno 70 chilometri all'ora in un punto della cittadina dolomitica dove il limite è di 50.

Una lite furiosa prima dell’incidente

A validare l’ipotesi di un gesto volontario, sono le parole di un testimone che ha riferito ai militari di aver visto la donna litigare furiosamente con una persona che parlava italiano, salire in macchina e ripartire sgommando in direzione della famigliola di Favaro Veneto (Venezia). Da quindi l’ipotesi di un investimento deliberato, frutto di una rabbia incontrollata nella donna. 

L'Audi non ha sbandato ma ha centrato in pieno le tre vittime che stavano camminando davanti sul marciapiede, finendo la corsa contro un palo dell'illuminazione, sul quale si è accartocciato anche il passeggino di Mattia. Una scena talmente drammatica che il nonno, Lucio Potente, è stato colto da infarto e trasportato in ospedale.

Il silenzio di Angelika, viveva nell’auto

Le perizie hanno escluso l'assunzione di droga o alcol. Sconcerta, in ogni caso, l'atteggiamento della turista nei momenti successivi alla tragedia. I testimoni parlano del suo volto impassibile, dello sguardo perso nel nulla. Anche in caserma si è chiusa in un ostinato silenzio.

L'auto era da tempo la sua casa, dove dormiva e mangiava e nella quale sono stati trovati coperte e abiti sporchi. Qualche giorno fa la 32enne era stata denunciata perché trovata in possesso di un martello: sarà sentita del gip di Belluno lunedì. Per lo stesso giorno a Santo Stefano di Cadore è stato proclamato il lutto cittadino, e annullate tutte le feste e sagra locali.

Il presidente del Veneto Luca Zaia ha chiesto che sia fatta luce sulle circostanze dell'incidente: "È una tragedia non solo di una famiglia ma di tutta la comunità: ci stringiamo attorno a quella famiglia letteralmente decimata e dall'altro lato chiediamo che ci sia la verità”. Il presidente, a margine dell'inaugurazione del 'Cammino delle Colline del Prosecco in territorio Unesco', ha aggiunto: "Delle notizie che abbiamo alcune sono assolutamente inquietanti e quindi confidiamo nelle magistratura perché sia chiarita la dinamica e si capisca fino in fondo quale sia stata la motivazione, ovvero la responsabilità di questo incidente".