Milano, 10 novembre 2023 – “Anche in questo caso siamo di nuovo davanti alla tragedia della responsabilità. È un problema universale: quello di decidere a chi in questi casi spetta l’ultima parola, quella definitiva". Il giudizio è pronto, tagliente come sempre. Gli anni non hanno cambiato Beppino Englaro. Si dice "Englaro" e viene immediatamente evocata una vicenda che ha coinvolto a lungo sanità, politica, giurisdizione e morale, impegnando comunque le coscienze, al di là delle differenti opinioni: la studentessa di Lecco vittima a 21 anni di un incidente stradale che la ridusse in stato vegetativo e la battaglia quasi ventennale del padre Beppino perché venisse sospesa la nutrizione artificiale e ripreso il processo del morire. Sicuro in questo di interpretare la volontà espressa a suo tempo dalla figlia. Fino al 9 febbraio 2009, la morte di Eluana avvenuta in una clinica di Udine.
Beppino Englaro, il caso di Indi Gregory riaccende ancora una volta il dibattito sul fine vita.
"In questi giorni, come nella vicenda di Eluana, ho sentito tutto e il contrario di tutto. La mia opinione rimane sempre e solo questa: siamo davanti alla tragedia della responsabilità".
Responsabilità da parte di chi?
"A chi spetta l’ultima parola? Questa è la grande domanda. Le posizioni di tutti, le opinioni di tutti, vanno certamente rispettate, ma lasciano il tempo che trovano. Nel mio caso l’ultima parola è arrivata dalla Corte di Cassazione, dalla Corte Costituzionale e dalla Corte d’Appello di Milano che hanno riconosciuto il diritto della scelta di Eluana portato avanti da me, come tutore, e dalla curatrice speciale, l’avvocato Franca Alessio, in nome e per conto di Eluana. Nonostante si fossero espressi i massimi organi giurisdizionali, si dovettero superare ancora tanti ostacoli e opposizioni".
Il giudice inglese ha decretato per Indi il distacco delle macchine.
"Un giudice in questo caso ha deciso. Prendiamone atto. Ma quanti casi come quello di Eluana, a suo tempo, e come quello della bambina inglese, oggi, anche se profondamente diversi tra di loro, si riproporranno in futuro? Si deve chiarire una volta per tutte a chi spetta l’ultima parola".
Un problema, come dire, di diritto internazionale?
"Di più. È un problema di diritto umano universale".