Roma, 9 novembre 2023 – Simone Pillon, l’avvocato che segue la famiglia della piccola Indi Gregory in Italia, ha scritto sui social: “Tutto rinviato. Domani alle ore 12 udienza in Court of Appeal". Che cosa può accadere ora? Abbiamo raggiunto il legale al telefono.
Avvocato, come può evolvere la storia drammatica della piccola Indi?
“Dobbiamo capire come risponderanno le autorità britanniche, i margini sono sempre molto difficili. La discussione avviene tra due ordinamenti sovrani. Bisogna usare lo strumento della ragionevolezza”.
Quali sono i punti cardine di questa storia drammatica?
"Due articoli della Convenzione dell’Aja, il 9 e il 32, parlano proprio di questo, di favorire la collaborazione tra le autorità di due stati che abbiano un legame con il minore”.
Quindi Gran Bretagna e Italia.
"Sì, la Gran Bretagna è il luogo di nascita, di residenza e di domicilio della bambina. L'Italia le ha dato la cittadinanza. Questi due Paesi devono cominciare a dialogare. La storia di Indi non è più soltanto una questione giurisdizionale della Gran Bretagna ma tecnicamente è un conflitto di giurisdizione. Veramente noi cerchiamo di trasformare il conflitto in un arrangiamento”.
Perché la storia di Indi dovrebbe essere diversa dai precedenti, ad esempio da quella di Alfie che pure lei ha seguito come legale del
Christian Legal Centre?
“Perché non si era mai riusciti ad attivare queste procedure, purtroppo i bambini erano morti prima”.
Ha sentito i genitori di Indi?
"Sono in contatto costante, messaggi continui e videoconferenze”.
Che cosa le hanno detto dopo aver saputo di questo rinvio?
"Hanno ripetuto più volte: gli italiani sono i nostri angeli custodi”.
Che cosa le ha insegnato il lavoro su questi casi così complicati e strazianti, umanamente?
"Che l’ordinamento italiano è una grande eccellenza a livello planetario. Perché la sacralità della vita è ancora un valore indiscusso. Speriamo che continui ad esserlo”.
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