Lunedì 15 Luglio 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Cronaca

Incubo nel mar Rosso. I guerriglieri filo-iraniani attaccano una nave Msc. Teheran minaccia Israele

Portacontainer dell’armatore italo-svizzero centrata dai miliziani yemeniti. Ucciso pasdaran in Siria, Raisi: "Tel Aviv cominci il conto alla rovescia".

Incubo nel mar Rosso. I guerriglieri filo-iraniani attaccano una nave Msc. Teheran minaccia Israele

Incubo nel mar Rosso. I guerriglieri filo-iraniani attaccano una nave Msc. Teheran minaccia Israele

Gli houthi yemeniti – proxy di Teheran e sostenitori di Hamas – non mollano. Stavolta hanno attaccato una portacontainer dell’armatore italo-svizzero Msc. "La marina militare delle forze armate yemenite – ha annunciato ieri pomeriggio in un comunicato il generale Jahya Saree, portavoce di Ansar Allah, braccio militare degli houthi – , con l’aiuto di Dio Onnipotente, ha effettuato una operazione di targeting contro una nave commerciale, la “Msc United VIII“, fatta bersaglio di missili navali dopo che per tre volte aveva evitato di rispondere alla nostra richiesta di identificarsi e fornire dati di navigazione e carico".

Msc ha detto che "non ci sono feriti" e i danni" sono in corso di verifica", ma la portacontainer – che navigava dal porto saudita di Kulayyah verso quello egiziano di Suez – è ora in navigazione verso sud e, da foto circolate sul social X, avrebbe riportato danni al ponte e su una fiancata. Nell’attacco gli houthi potrebbero aver usato uno dei numerosi missili a loro disposizione, forse i Mandeb 1 e 2 (copia di missili antinave cinesi) o i missili balistici iraniani antinave Al Bahar o Fajir. Msc United è una grossa unità portacontainer varata nel 2016, lunga 335 metri per 45, e battente bandiera liberiana. Lo stesso portavoce che ha annunciato l’azione contro la nave ha annunciato che le forze houthi avrebbero "effettuato attacchi con droni" contro Eilat, Israele. E qui giungono una conferma israeliana e una dall’Egitto. "Un nostro aereo da combattimento – ha reso noto il portavoce militare Daniel Hagari – ha intercettato con successo un obiettivo aereo ostile sul mar Rosso mentre era diretto verso Israele". Il sistema di difesa aerea egiziana ha invece abbattuto nei pressi del resort sul mar Rosso di Dahab (a 80 km da Sharm el Sheik) un altro drone lanciato dai ribelli Houthi.

La prosecuzione degli attacchi Houthi è la conferma che l’asse che ruota attorno all’Iran per ora pare indifferente alla costituzione di una coalizione occidentale a tutela del traffico marittimo nel mar Rosso e mantiene alta la pressione su Israele e i Paesi che lo sostengono anche se non è probabilmente ancora la risposta diretta ad Israele per l’uccisione del generale Sayyed Razi Mousawi, "veterano dei Guardiani della rivoluzione e responsabile del fronte della resistenza in Siria". Mousawi è stato ucciso il giorno di Natale in un raid nell’area di Sayyidah Zaynab da tre missili israeliani e che ha innescato l’ira di Teheran. Israele "pagherà certamente per questo crimine", ha minacciato il presidente iraniano Ebrahim Raisi a stretto giro, convinto che l’assassinio sia "un altro segno della frustrazione, dell’impotenza e dell’incapacità del regime sionista nella regione". "Lo Stato ebraico inizi il conto alla rovescia", è stato l’avvertimento lanciato dal ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian.

Da notare che ieri l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea) ha annunciato che l’Iran ha triplicato rispetto a giugno la sua produzione di uranio arricchito al 60%, vicino al livello necessario per un’arma nucleare, portandola a nove chilogrammi al mese nelle ultime settimane, invertendo la tendenza al ribasso degli ultimi mesi. Il 15 novembre, l’Aiea ha annunciato che l’Iran disponeva di 128,3 chili di combustibile nucleare al 60%, al di sotto del 90% necessario per la costruzione di un’arma nucleare, ma ben al di sopra del 3,67% massimo imposto dall’accordo del 2015. E anche questa è una pressione con l’Occidente.