Venerdì 17 Gennaio 2025
NICOLA PALMA
Cronaca

Incubo dopo la discoteca: "Molestata da 12 uomini". Scatta la caccia al branco

La 19enne era con il fidanzato in un parcheggio: hanno anche tentato di rapinarli. Salvati da un buttafuori che ha sentito le urla di lei e messo in fuga gli assalitori. Arrestato un egiziano 36enne. Al setaccio telecamere e social per risalire a tutti.

Una pattuglia dei carabinieri davanti alla discoteca Alcatraz di Milano

Una pattuglia dei carabinieri davanti alla discoteca Alcatraz di Milano

"Abbiamo visto entrare in questo magazzino 10-12 persone". Ore 4 dell’11 gennaio, Marta e Lorenzo (nomi di fantasia), 19 e 21 anni, escono dalla discoteca Alcatraz di Milano, percorrono pochi metri e si appartano nell’area di carico e scarico merci di un supermercato, vicino alle rampe d’ingresso del parcheggio interno. La coppia vede passare una decina di ragazzi: "Ci guardano e poco dopo vanno via senza far nulla". Passano dieci minuti, e riecco lo stesso gruppo: inizia in quel momento un incubo che si chiuderà con l’intervento di un buttafuori del locale e dei carabinieri della stazione Garibaldi, che ammanetteranno il trentaseienne egiziano Mohamed Hassan Mansour N. con le accuse di tentata rapina e violenza sessuale. Un presunto complice, un connazionale ventenne residente in zona Navigli, verrà indicato dalla vittima qualche minuto dopo e identificato dai militari.

Le indagini sugli altri 8-10 in fuga sono ancora in corso: gli investigatori della Compagnia Duomo, guidati dal maggiore Gabriele Lombardo, stanno passando al setaccio filmati delle telecamere e profili social per dare un nome e un volto a tutti (anche con l’ausilio dei software per il riconoscimento facciale). "Quattro persone si sono avvicinate. Due di queste hanno cercato di mettere le mani nelle tasche prima al mio ragazzo e poi anche a me; successivamente, hanno cercato di strapparmi la borsa, ma io ho opposto resistenza e non ci sono riusciti", il racconto messo a verbale quella notte dalla giovanissima studentessa universitaria fuori sede e riportato nell’ordinanza del gip Fabrizio Filice che ha convalidato l’arresto e disposto la misura cautelare del carcere per il trentaseienne residente in provincia di Bergamo.

La rapina fallisce, ma parte del branco torna alla carica con ben altre intenzioni: "Uno di loro, in particolare, ha iniziato a mettermi le mani addosso", palpeggiando violentemente le parti intime. Lorenzo aggiunge altri particolari, citando sia il "soggetto con il giubbotto di colore beige" sia un altro uomo "con il giubbotto bianco": "Il tutto è avvenuto in pochissimo tempo, e arrivati a questo punto, dopo questi palpeggiamenti, afferravo Marta per poi scappare". Le urla richiamano l’attenzione di un addetto alla sicurezza dell’Alcatraz: "Mi sono avvicinato per chiedere se fosse tutto a posto – riferirà ai carabinieri – e mi hanno detto che dei ragazzi avevano palpeggiato la ragazza. Poco dopo, tre soggetti ci sono passati davanti andando per via Valtellina, due vestiti di scuro e un terzo soggetto con jeans e giubbotto beige: i due vestiti di scuro sono scappati in monopattino e la ragazza mi riferiva che erano stati loro tre insieme ad altri a palpeggiarla; il terzo ha iniziato a correre a piedi. A quel punto, l’ho inseguito e bloccato e sono arrivate poco dopo le pattuglie dei carabinieri". Marta non ha dubbi: "Lo riconosco al 100%, è lui". La diciannovenne viene soccorsa dai sanitari di Areu. Dopo essere scesa dall’ambulanza, vede passare altri tre ragazzi sul marciapiedi opposto e allerta di nuovo i militari: ce n’è uno, il ventenne egiziano, che inserisce nel gruppo di aggressori, sebbene non riesca ad attribuirgli precise responsabilità né sulla rapina né sui palpeggiamenti. H.R. viene fermato e identificato. Per il giudice, il trentaseienne arrestato in flagrante deve restare a San Vittore per via del "pericolo, concreto e attuale, che, in assenza di un valido presidio cautelare, continui nella realizzazione di condotte criminose inerenti reati predatori di tipo violento".