Bologna, 21 settembre 2019 - "In 39 giorni, nei fine settimana di giugno, luglio e agosto, sono rimasti uccisi 185 motociclisti. Azzardo una proiezione: con questa media, e con le punte del primo fine settimana di agosto, 22 incidenti e 25 vittime, in tutto l'anno arriveremmo a 1.731 morti, non 685 come nel 2018. Evidente che è una forzatura, quando piove o nevica ci sono meno uscite. Ma resta un dato esorbitante, non ricordo picchi così elevati. Una realtà passata del tutto sotto silenzio”. Se a firmare l’analisi è Giordano Biserni le parole sono pietre: il presidente Asaps si occupa di sicurezza stradale da una vita. Il Nord paga il prezzo più alto: 28 vittime in Lombardia, 19 in Veneto ed Emilia-Romagna, 18 nel Trentino Alto Adige.
Perché numeri così alti? "Sicuramente negli ultimi anni è aumentata moltissimo la platea dei motociclisti. Anche con un’ondata di 50enni, centauri di ritorno. E poi le moto ormai sono modelli da pista. Ma sopra non ci sono Dovizioso o Valentino Rossi. E sulla strada viaggiano anche gli altri".
Automobilisti magari distratti. "Sappiamo i danni che fa il cellulare. E l’età avanza, alla guida ci sono sempre più anziani. L’incidente tipo è: l’automobilista svolta a sinistra, non si accorge della moto che viene da dietro o che arriva in senso contrario. Vedo il faro che balla ma non è perché è svitato. Quelle due ruote stanno arrivando non a 50 ma a 130 all'ora. E quando lo capisco ce l’ho già dentro la macchina".
La distrazione, ci ricorda l’Istat, è la causa principale d’incidente. Se sei in moto non ti lascia scampo? “I motociclisti sono le prime vittime. Di quella degli altri ma anche della loro. E il bilancio si aggrava ancora, con la qualità delle strade”.
Non perdonano. "Una buca di 5-6 centimetri ti fa volare via, con la moto non hai scampo. Se piove ma anche con l’asciutto".
I rimedi? "Saggezza, prudenza e grande informazione. Una politica di protezione. Ci stanno lavorando in Parlamento, ad esempio per abbassare l’Iva sull’acquisto di caschi, paraginocchia... Al mare vedo supermoto e gente che viaggia con infradito e pantoloncini corti. Questo significa sfidare il buon senso. Ma il problema soverchiante...".
Il suo must: mancano i controlli. "So di ripetermi, ma anche il più bravo motociclista che fa trecento chilometri e non incontra una sola pattuglia, è tentato".