Mercoledì 19 Febbraio 2025
RITA BARTOLOMEI
RITA BARTOLOMEI
Cronaca

Strade insicure (nonostante gli autovelox): quei chilometri di asfalto senza regole

Tra Bologna e il mare sulla Statale San Vitale: viaggio nella pianura costellata di lapidi. “Siamo a rischio anche quando aspettiamo la corriera. Dove sono i controlli?”. Segnaletica caotica

Bologna, 16 febbraio 2025 – Gli autovelox non la tranquillizzano, meglio le divise dei vigili urbani, “le guardie”, li chiama fiduciosa. Anna aspetta la corriera a Canaletti di Budrio (Bologna), impresa a suo modo eroica, la fermata è proprio sul bordo della San Vitale, siamo sulla Strada statale 253, “la più importante via di collegamento, dopo l’autostrada, tra Bologna, Ravenna e la Riviera romagnola”, suggerisce Wikipedia. Gianluca Rabbi, che lavora al distributore di benzina poco lontano, la traduce così: “Quando c’è un blocco sull’A14, qui siamo invasi”.

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La storia per punti

Velocità e sorpassi azzardati

Siamo rimasti in osservazione per una giornata lungo quel rettilineo infinito tra Bologna e il mare. “Vede quell’albero, là c’è stato uno schianto tremendo. E proprio qui davanti un bambino di 11 anni è stato investito e ucciso, si chiamava Jacopo, era così bello, era così dolce”. La voce di Anna Mazzolai, 70 anni, diventa un lamento. Scruta la strada per vedere se sbuca la ‘sua’ corriera, senza sporgersi troppo per non rischiare. Inquieta, mentre dalle sue parole prendono forma i fantasmi della statale. “All’incrocio per Prunaro, dove c’è il fosso, è morta una ragazza”.

Una fermata della corriera sulla San Vitale
Una fermata della corriera sulla San Vitale

Incidenti e lapidi

Morti, lapidi, incidenti, senso d’insicurezza. Anna Mazzolai del ristorante La Casetta qui a Canaletti di Budrio ha 26 anni di ricordi e una grande rabbia. “Noi rischiamo la vita, basta attraversare la strada, portare le bottiglie alla campana di vetro, per carità mai quando fa buio o c’è la nebbia. Passano a tutta velocità e ti fanno il pelo, roba che svolazzano proprio i vestiti, capisce? Dove sono i controlli?”. Poi s’interrompe, grida a un furgone bianco, “vai piano!”. E fa così con la mano, come se avesse il potere di pigiare davvero sul freno, da quella posizione assurda, sul bordo di una strada che non tace mai. Come se volesse disegnare un mondo ideale, dove non esistono quelli come l’uomo di mezza età alla guida di questa Golf che ora azzarda un sorpasso su doppia linea continua vicino all’incrocio, roba che non serve il nuovo codice della strada di Matteo Salvini, basta il vecchio per far scattare la sospensione della patente da uno a tre mesi (e una sanzione tra 167 e 665 euro). Ma in quanti lo sanno o se lo ricordano?

Gianluca Rabbi, benzinaio sulla San Vitale
Gianluca Rabbi, benzinaio sulla San Vitale

Tre limiti di velocità in pochi chilometri

Via di corsa, sulla strada che scorre dritta, “frenano solo quando vedono gli autovelox”, è rassegnato il benzinaio che ne ha uno a destra e un altro a sinistra. E in pochi chilometri conti tre differenti limiti di velocità, 50-70-60-70. In mezzo, un Photored. Dove è morto Jacopo c’è il limite più alto perché quel punto non è classificato centro abitato. Un cartello arancione segnala la presenza di bambini. Fa venire i brividi guardarlo, oggi. Quell’incidente è un ricordo indelebile, per chi vive qui.

Era mercoledì 19 settembre 2012, erano le 7 e mezzo del mattino. Uno schianto, poi un altro. Jacopo non ha ancora 11 anni e non arriverà mai in classe per il suo terzo giorno di scuola. Un uomo alla guida di una Panda lo centra in pieno, il piccolo viene poi travolto da una Toyota.

Anna Mazzolai, 70 anni, aspetta la corriera a Canaletti di Budrio (Bologna), sulla San Vitale
Anna Mazzolai, 70 anni, aspetta la corriera a Canaletti di Budrio (Bologna), sulla San Vitale

"Noi, casa con vista sugli incidenti”

Fernando Mammi sul telefonino ormai ha una collezione di foto di incidenti. Perché vive all’incrocio di Fossamarza. E quel segnale divelto? “Qui c’è stato l’ultimo schianto”. Nell’erba, sul ciglio della strada, ci sono ancora resti di fari. In quella palazzina, poco più avanti, un giorno si sono visti piombare un’auto in giardino. Margherita Gullo, moglie di Mammi, mette in fila: “Prendere la corriera qui è pericolosissimo, nessun marciapiede o pensilina. Penso ai bambini: nessun corso pedonale, niente. Eppure ci sono due fermate. Servirebbero dei dossi. O magari servirebbe un semaforo come hanno fatto a Prunaro, dopo che è successo l’irreparabile”.

Inversione di marcia verso Bologna, a un certo punto dopo tanti cartelli vai in confusione e ti chiedi: quale sarà il limite di velocità da rispettare, ora? D’istinto rallenti, il camionista alla guida di un super Tir dietro di te comincia a lampeggiare. Poi suona, impaziente. Meglio accostare, meglio evitare l’ennesimo sorpasso vietato. Vietato si fa per dire: nessuna pattuglia, in giro.

Una foto storica del ristorante Ai Canaletti (Budrio)
Una foto storica del ristorante Ai Canaletti (Budrio)