Lunedì 3 Marzo 2025
REDAZIONE CRONACA

Strade, quanto costa metterle in sicurezza. Che cosa sono quelle a tre stelle

Nel programma delle Nazioni Unite entro il 2030 le infrastrutture con una lunghezza di almeno 200mila chilometri devono avere interventi per tutelare almeno 2 milioni di persone

Roma, 2 marzo 2025 – Le abbiamo inventate noi le strade, con l’impero romano. Eppure, in attesa delle smart road, oggi sembriamo aver perso la bussola. Corsie senza margine pavimentato, curve strette, nessuna separazione, dispositivi di protezione passiva assenti, alberi o pali troppo vicini all’asfalto, segnaletica (certamente indispensabile) ma caotica, materiali che non perdonano l’errore, piste ciclabili e attraversamenti pedonali non separati, limiti di velocità inadeguati. Questo, in sostanza, è l’elenco che Dekra – 32 milioni di revisioni nel mondo e cent’anni di esperienza sulla sicurezza – mette in fila anche nell’ultimo rapporto (2024) presentato in Senato ad ottobre.

Un vecchio guardrail lungo una strada provinciale dell'Appennino bolognese
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Cosa sono le strade a tre stelle

Siamo abituati a mettere l’evidenziatore (giustamente) sui comportamenti scorretti alla guida. Ma anche la fisicità delle nostre infrastrutture conta (parecchio). “La progettazione della sede stradale non deve favorire azioni che possano mettere a repentaglio la sicurezza”, raccomandano gli esperti di Dekra. Purtroppo siamo ben lontani dall’obiettivo delle strade a tre stelle, quelle cioè che garantiscono requisiti di sicurezza a pedoni, ciclisti, motociclisti e automobilisti. Quindi, ad esempio, con presenza di marciapiede, isole pedonali, illuminazione, piste ciclabili sulla strada, manto stradale in buone condizioni, corsia per le moto, distanza superiore ai 5 metri da tutti gli ostacoli pericolosi a bordo strada, ampia riga di mezzeria per la separazione dei veicoli provenienti in senso opposto.

Cosa sono le strade intelligenti

Intanto andiamo verso strade sempre più intelligenti. Dotate di una varietà di sensori Iot (Internet of things), integrati nell’asfalto e nei segnali stradali. Potranno monitorare in tempo reale le condizioni delle strade (temperatura, umidità, presenza di ghiaccio o neve, usura del manto stradale, flusso di traffico con congestioni o incidenti), comunicando direttamente con i veicoli autonomi e connessi per ottimizzare i percorsi di viaggio.

Non c’è più spazio

Nel frattempo abbiamo problemi di spazio. Perché le auto sono diventate sempre più lunghe, larghe, alte e pesanti ma lo spazio, invece, è rimasto sempre lo stesso. I parcheggi in area urbana sono un vero problema e causa di insicurezza. Perché un veicolo ingombrante parcheggiato male toglie visibilità, a farne le spese sono soprattutto i protagonisti più deboli della strada, tra tutti i bambini.

Gli investimenti necessari

Nell’ultimo rapporto sicurezza Dekra si fa riferimento agli investimenti necessari per mettere in sicurezza le strade. Numeri da capogiro. Il piano Irap – International Road Assessment Programme, programma internazionale di sicurezza stradale che fa capo alle Nazioni Unite – prevede che “entro il 2030 le strade con una lunghezza di almeno 200mila chilometri devono essere messe in sicurezza e almeno due milioni di persone devono essere tutelate dal rischio di essere coinvolte in incidenti con lesioni mortali o molto gravi”. E quanto costa quest’operazione? Almeno “200 miliardi di dollari Usa”. Alla base di tutto, una certezza: “La progettazione e lo stato delle infrastrutture stradali sono in grado di contrastare il verificarsi degli incidenti e la loro gravità”.