Giovedì 17 Aprile 2025
RITA BARTOLOMEI
RITA BARTOLOMEI
Inchieste

Mirella Serattini sfigurata da un intervento estetico. “Il mio sorriso sparito. Ho fatto 71 interventi”

Bologna, giornalista vittima di un medico poi arrestato. “La cosa più grave: non riconoscere più la tua fisionomia. Vederti allo specchio con un volto diverso, non essere più te stessa. E non essere riconosciuta dalle persone che frequentavi. Voglio aprire un’associazione per tutelare la salute”

Mirella Serattini sfigurata da un intervento estetico. “Il mio sorriso sparito. Ho fatto 71 interventi”

Bologna, 13 aprile 2025 – Il volto è martoriato, racconta ormai vent’anni di interventi e battaglie. Eppure la prima cosa che pensi quando ti apre la porta di casa Mirella Serattini, sfigurata con olio di silicone dal dottor Stè, Stefano Stracciari, arrestato una settimana fa e inseguito da una scia di denunce che diventa sempre più lunga, è che sei di fronte a una bella donna.

Sanitari sospesi o radiati che esercitano ancora: i numeri del ministero della Salute
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Mirella, qual è stato il momento più doloroso, dal 2006 ad oggi?

“I momenti sono stati tanti. La cosa più grave: non riconoscere più la tua fisionomia, il tuo viso. Vederti allo specchio con un volto diverso. Non essere più te stessa. E non venire riconosciuta dalle persone che frequentavi”.  

Un calvario, anche psicologico.

“Perdi la vita sociale. Non ricevi più inviti, rimani isolata nel tuo dolore. E quando esci per la strada vedi negli occhi degli altri la tua disgrazia”. La voce s’incrina, il volto si riga di lacrime.  

Si sente giudicata?

“C’è chi ti guarda un po’ con occhi straniti, quasi con pietà. Chi ti scruta come se dicesse, guarda come è messa quella lì. Ti fanno sentire sbagliata, come se fossi fuori luogo in ogni luogo. Quello che desideri alla fine è non uscire. Anche se devi andare in ospedale, in farmacia, a curarti. Non hai proprio desiderio di uscire, ogni volta è come uno schiaffo, come ricordarti che sei rovinata a vita”.

I controlli nei centri estetici (Comando carabinieri tutela salute)
I controlli nei centri estetici (Comando carabinieri tutela salute)

Perché si era rivolta a Stefano Stracciari?

“Avevo chiesto informazioni, ero stata rassicurata. Ero andata semplicemente per fare un’iniezione di acido ialuronico, una sostanza che nutre la pelle e in pochi mesi se ne va. Avevo un colloquio importante, volevo presentarmi al meglio. Ma la immaginavo come una cosa temporanea. Non avrei mai pensato che un medico potesse farmi del male. Ricordo le sue parole, per questo risultato naturale doveva farmi un puntino qui qui e qui”, e indica con le dita diversi punti del volto.

Invece era olio di silicone, ha scoperto poi.

“Dopo un mese cominciano a spuntarmi protuberanze, come granellini di riso sul viso. Preoccupata corro da lui, mi dice che non è nulla, che mi mancano le vitamine e mi farà l’antidoto. E dove agisce, cominciano a comparirmi punti bianchi, depressioni. Sono terrorizzata, corro da lui un’altra volta. Esegue lo stesso procedimento. Scoprirò poi che ha usato olio di silicone e cortisone. La situazione peggiorava sempre, era angosciante. Ho pensato anche al suicidio”.

Ma lui cosa le diceva?

“Continuava a ripetermi che non era niente. Vai al sole senza protezione, così si ripristina la melanina... Vado in vacanza in Sicilia, comincio a stare male. Torno a casa, erano i primi di settembre, una notte mi sveglio, vado in bagno, sentivo una specie di prurito. Avevo un corno in mezzo alla fronte, volevo morire”.

Terribile, non avere più il controllo, non sapere cosa ti possa accadere.

“E non hai nessuno che ti aiuti, perché nessuno vuole prendersi in carico un caso grave”.

Quando lo ha denunciato?

“A inizio 2007, quando ho capito che cosa mi aveva fatto e ho avuto le prove che non ero stata la sua prima vittima”.

Una settimana fa Stracciari è stato arrestato dai carabinieri, aveva violato anche i sigilli del Nas.

“Ma non era la prima volta, lo aveva già fatto. E si è scoperto che per 17 anni aveva lavorato in uno studio che non doveva nemmeno essere aperto. Il problema sono i tempi della giustizia”.

Che cosa non riesce più a fare?

“Non riesco a sorridere, è così dal 2006. Devo sottopormi continuamente a interventi per aprire la bocca, parlare, avere quella mimica facciale necessaria a mangiare. Ho difficoltà anche dal dentista”.

Quante operazioni ha superato?

“Ad oggi sono 71. E, ripeto: quando sei un caso grave, è davvero difficile trovare aiuto”.

All’inizio era stata denunciata per diffamazione. Ora la lista dei casi di donne sfigurate si allunga di giorno in giorno.

“Sì, è stata una lunga battaglia. E oggi sono decisa ad aprire un’associazione. L’avevo già pensata anni fa. Ma stavo fisicamente molto peggio, non avevo la forza, dovevo seguire anche i processi. Così quest’idea è rimasta nel cassetto”.

Adesso, invece?

“Le cose sono cambiate, sono in contatto con persone che potranno aiutarmi. Sarà un’associazione a tutela di tutti i danni contro la salute, non solo per i trattamenti estetici. Troppa cupidigia e senso di onnipotenza, mentre le cause durano anni. E questa è una sicurezza, per i malfattori”.

Una sintesi pesante.

“Ma è la realtà. Vorrei chiedere cambiamenti legislativi, avevo già fatto una petizione. Le cose sono mature. L’obiettivo: offrire ai danneggiati assistenza psicologica e medico legale. Ma soprattutto avviare un dialogo con i ministeri e con gli enti, per apportare modifiche a tutela della salute pubblica, che possano anche eliminare i costi del sistema sanitario. Ho letto statistiche impietose, il 30% degli interventi sono riparativi”.

Al centro di tutta questa storia cosa c’è?

“I guadagni stellari, rapidi, che garantisce il settore estetico. Mentre la giustizia ha tempi troppo lunghi. Questa gente fa di tutto, si tiene i soldi e tu resti rovinata. E i trattamenti riparativi non sono previsti dal sistema sanitario, quindi devi rivolgerti al privato”.