Sabato 15 Marzo 2025
RITA BARTOLOMEI
RITA BARTOLOMEI
Inchieste

Incubo Fentanyl: negli Usa dilaga, l’Italia alza la guardia

Dal 2024 c’è un piano di prevenzione. Primi sequestri nel 2018, l’ultimo un anno fa a Perugia: sostanza utilizzata per tagliare l’eroina. Ma l’oppioide è usato anche come (potentissimo) anestetico nella terapia del dolore. La Corte dei conti vigila sulle prescrizioni

L'abuso di Fentanyl provoca una strage negli Usa ed è un allarme mondiale

L'abuso di Fentanyl provoca una strage negli Usa ed è un allarme mondiale

Roma, 15 marzo 2025 – Il Fentanyl va dritto al cervello. Tre milligrammi “possono essere sufficienti a uccidere una persona”. Lo ricorda il Piano nazionale di prevenzione deciso dal governo nel 2024, contro l’uso improprio di questo “oppioide sintetico con proprietà analgesico narcotiche”, “100 volte più potente della morfina ma anche 100 volte più tossico” (Iss). Un’emergenza negli Usa, anche se gli ultimi dati ci segnalano meno morti. In Italia “siamo nella fase di studio, di assoluta attenzione, la minaccia non va mai sottovalutata”, premette Marco Cavallo, tenente colonnello dei carabinieri, responsabile della Sezione nuove sostanze psico attive e droghe sintetiche della Dcsa (Direzione centrale per i servizi antidroga). La sua sintesi si riferisce al mercato illegale.

Silvia Natoli, responsabile terapia del dolore e cure palliative Siaarti
Silvia Natoli, responsabile terapia del dolore e cure palliative Siaarti

La storia per punti

Il doppio registro del Fentanyl

Perché in questa storia dobbiamo partire da qui per chiarire subito un punto. L’uso del Fentanyl in tutto il mondo è legato a un doppio binario, quello sanitario – la sostanza viene utilizzata ad esempio nella terapia del dolore – e quello del mercato clandestino. Hanno suscitato molte polemiche e affrettate precisazioni di Siaarti (Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva) le dichiarazioni del coreografo Luca Tommassini, che in un’intervista al Corriere della Sera ha dichiarato di aver rifiutato il Fentanyl dopo un intervento al cuore con queste parole: “Ho sepolto troppi amici. Io stesso ne sono dovuto uscire, dopo un’operazione che mi fecero a Los Angeles. Ne diventi subito dipendente”.

L’uso medico del Fentanyl

Chiarisce Silvia Natoli, anestesista di Siaarti, responsabile dell’Area culturale medicina del dolore e cure palliative: “Mi chiede se si possa diventare tossicodipendenti dopo un intervento chirurgico? Assolutamente no, questo è proprio da escludere. Esiste un uso legittimo del Fentanyl, oppiaceo di sintesi che ha sicuramente cambiato la gestione delle anestesie generali e ha permesso di rendere più sicuri gli interventi. Ancora adesso è un farmaco necessario e al momento non sostituibile, sia in sala operatoria sia nel trattamento del dolore cronico, in alcuni casi”. Anche se “si sta andando verso l’utilizzo di quella che chiamiamo analgesia multimodale, quindi più farmaci che agiscono su target diversi per ridurre o addirittura in alcuni casi abolire l’utilizzo intra operatorio di oppiacei. Ma non sempre si può fare. In medio stat virtus. Il Fentanyl è uno degli strumenti, se io penso che debba essere l’unico sto facendo un errore. Non dobbiamo essere talebani, non dobbiamo demonizzare questa molecola. Sicuramente possiamo porci come obiettivo in determinate chirurgie quello di ridurre il consumo di oppiacei. Ma non per un potenziale abuso. Il grosso fraintendimento è che l’oppiaceo usato in ospedale possa innescare questo. Non esiste”.

Il mercato illegale del Fentanyl

In Italia – si legge nel Piano nazionale – dal 2016 sono stati segnalati 2 morti, 5 intossicazioni non letali e 2 casi di uso da parte di persone in trattamento ai Serd. Naturalmente, questo è il panorama ufficiale. “Negli ultimi tempi l’attenzione è aumentata – è la didascalia del colonnello Cavallo –. Ma le nostre attività sono precedenti. I primi sequestri risalgono al 2018, erano cerotti transdermici”.

I sequestri delle forze di polizia

Tra il 2018 e il 2023 sono stati scoperti 123 grammi di polvere, 28 dosi in compresse e 37 confezioni di altro tipo.

Tra gli ultimi, il caso di Perugia, l’anno scorso, il Fentanyl era stato usato per tagliare l’eroina. Mentre in Veneto la Corte dei Conti ha avviato accertamenti su prescrizioni dei medici di famiglia. “Disvio”, è la sintesi efficace del colonnello Cavallo, per indicare “una cosa prodotta legalmente” ma poi “finita in un mercato illegale. L’esempio più classico sono confezioni di Fentanyl prescritte da un dottore ma che poi arrivano nel mercato clandestino per varie ragioni, dalla ricetta di un medico compiacente al furto in farmacia, anche ospedaliera. Poi esiste una produzione illegale, cioè l’allestimento di laboratori gestiti da criminali, che usano sostanze chimiche chiamate precursori di droghe”.

Come si sta preparando l’Italia

Ma qual è l’elemento chiave nel Piano di prevenzione voluto dal governo? “La vera novità – chiarisce Cavallo – è l’aver riunito in un unico tavolo tutti gli attori, forze di polizia ma anche ministeri, dogane e università con i loro laboratori tossicologici. Ognuno ha direttamente o indirettamente la possibilità di contribuire alla prevenzione. La regia è del governo, tutti noi abbiamo portato un contributo. Stiamo analizzando le dosi su strada, lo facevamo anche prima ma ora c’è una maggiore attenzione per la possibilità che una dose di eroina, ad esempio, possa essere tagliata da un fentanile. Perché le varianti sono numerose”.

Chi sono i consumatori

Ma chi sono i consumatori di Fentanyl per scopo voluttuario? “In passato c’era una fidelizzazione verso una sostanza, oggi si parla di policonsumo – osserva il colonnello –. Si utilizzano le droghe a seconda del momento. Gli oppioidi sono sostanze rilassanti, usate per estraniarsi dalla realtà. La dipendenza è estremamente forte”.

I canali di approvvigionamento e il caso Piacenza

“I canali di approvvigionamento come spiegato sono due – ribadisce l’esperto –: la produzione illegale e quella legale ma disviata. Nel primo caso in Italia non abbiamo riscontri diretti e recenti. Con l’eccezione di Piacenza, dove un soggetto criminale ma non strutturato faceva brokeraggio di Fentanyl portandolo negli Usa senza farlo transitare dall’Italia. Per quello disviato, ci sono stati sequestri di pastiglie perché chi le deteneva non lo faceva per cura. Naturalmente, se un medico mi prescrive la terapia del dolore devo rispettare la prescrizione. Certo che c’è il rischio di overdose”.