Milano, 2 marzo 2025 – Una app scova buche. Si può definire anche così Anomaleet, che è anche il nome di una società con sede a Carnate (Milano Brianza), sulla strada dal 2018, all’attivo 3 milioni e mezzo di segnalazioni “che comprendono anche le attività di sperimentazione”, chiarisce al nostro giornale l’ideatore del progetto, Volfango Politi.
Come funziona la vostra app?
“Abbiamo sviluppato e testato nel tempo con diverse realtà un sistema che registra l’esperienza dei veicoli sull’asfalto. Tutto avviene in modo automatico. Anomaleet è dunque una soluzione tecnologica, anche di algoritmi e intelligenza artificiale, che sostituisce il metodo tradizionale usato dai gestori delle strade, a partire dai Comuni”.
Di solito sono i cittadini a fare le segnalazioni, spesso invano...
“E le amministrazioni dovrebbero raccoglierle per definire le priorità di intervento sul territorio per le manutenzioni. Noi abbiamo tradotto questo processo in un automatismo. E sono gli stessi pericoli a lanciare l’sos. Gestiamo l’esperienza sulla strada, ad esempio con auto dotate di Gps e accelerometri”.
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Nel dettaglio?
“Ci sono quattro livelli diversi, definiti da diversi colori. Si parte dal verde, che indica le situazioni meno gravi; poi scattano giallo, arancione e rosso. Sono i colori semaforici”.
Dalla pelle di coccodrillo alla voragine.
“Ci sono linee guida che identificano le 4 tipologie di dissesto rilevato. Si comincia dalla crepa per mancanza di sottofondo e per il peso dei veicoli che iniziano a spaccare l’asfalto. Quindi l’acqua penetra, crea avvallamenti. Dalla cosiddetta ‘pelle di coccodrillo’ in poi comincia la fase critica. Infine, arriva la buca”. Quante persone hanno scaricato questa app?
“Noi la mettiamo a disposizione degli enti locali. Il motivo è molto semplice, basta un solo Comune e il nostro sforzo viene amplificato”.
E quanti sono i Comuni che hanno richiesto il vostro servizio?
“Purtroppo ancora pochi. Vicenza, Firenze, L’Aquila, due centri piccoli come Vigevano e Abbiategrasso, due province importanti come Novara e Bergamo. Perché? Penso che alla fine il nostro lavoro faccia paura. C’è sicuramente una forma di rassegnazione psicologica da parte di tutti”.
Qual è la mappa dell’Italia, dal vostro osservatorio?
“Più ci spostiamo verso sud e più la situazione è ammalorata. Le città del nord riescono a resistere, è una lotta contro il tempo. Gli agenti atmosferici divorano l’asfalto. Se non riesci a intervenire prontamente, la battaglia è persa. Quelli che lasciano un po’ le redini si perdono e sono spaesati. Ti guardano con occhi sgranati e ti dicono, non possiamo fare nulla, la tua soluzione ci mette in crisi. In verità ti dà la possibilità di controllare tutto il territorio da un computer solo, da un telefonino”.
I Comuni che si sono rivolti a voi hanno poi rimediato?
“Stanno rimediando, i nostri dati vengono usati per chiedere finanziamenti. Per Vicenza abbiamo il compito di mappare tutta la città, che conta 650 chilometri di strade, due volte l’anno. E facciamo anche i rilievi fotografici, assieme alle rilevazioni con gli accelerometri. Poi incrociamo i dati e diciamo, questa è la fotografia. Queste sono le strade più critiche, più pericolose, le strade più ammalorate. Ti diamo tutti gli strumenti per definire le strategie di ripristino, di manutenzione ordinaria e straordinaria. In sostanza è la mappa per determinare quali sono gli interventi più importanti, in base al budget”.
C’è un problema economico?
“Assolutamente sì, non si stanziano più i soldi giusti per la manutenzione della strada. Che è uno dei primi pilastri della sicurezza stradale. Ma ce lo stiamo dimenticando”.
Eppure la voce buche costa molto ai Comuni.
“Alcuni sindaci spendono centinaia di migliaia di euro in risarcimenti e assicurazioni. Quei soldi invece dovrebbero essere investiti nella manutenzione, che abbatte i risarcimenti. Io dico sempre che intorno alla buca c’è un mondo. Un mondo con costi sociali enormi. E ci sono grandissimi interessi, pensiamo solo a chi ripara i veicoli. Quindi, l’unico interessato a risparmiare davvero è il cittadino”.