Elena G. Polidori
ROMA
IL COPIONE è ormai consunto. Orde di telecamere (il «circo mediatico») appostate ai due lati di via delle Fratte, dove ha sede il Pd, il Nazareno. Obiettivi: ‘braccare’ i big del partito in arrivo per la riunione della direzione. La marcatura non lascia mai scampo. E ieri, giorno della ‘sfida finale’, non voleva mancare nessuno. Altro che matrimonio di George Clooney, vuoi mettere una foto con Scalfarotto? Però, come cambiano i tempi. Almeno a sentire un reduce glorioso come il signor Mario, di anni 86 con al collo la medaglietta del Pci con stampata la faccia di Enrico Berlinguer. Ieri, guardando la porta del Nazareno, scuoteva la testa: «Ai tempi, se si fossero azzardati a toccare i diritti dei lavoratori, gliela avremmo buttata giù quella porta!!!».
ALL’EPOCA, in verità, c’era il portone del Bottegone, non proprio agile da sfondare. Ieri, a impedire una rivolta possibile c’era un massiccio cordone di ben 15 poliziotti in tenuta antisommossa, pronti a immolarsi per difendere un pacifista convinto come il vicepresidente della Camera, Roberto Giachetti, dall’irruenza delle telecamere di Sky. Cose che capitano davanti a pacchi di mischia di taccuini e microfoni, capaci di affascinare, per la loro singolarità, anche drappelli di giapponesi dal flash facile e turisti nostrani pronti a chiedere il timing degli ingressi «eccellenti» per non perdersi, «casomai, l’ingresso di Renzi...».
Invece, a piedi ieri è arrivato Dario Nardella, suo successore a Palazzo Vecchio, ma l’entusiasmo è mancato. Il premier, come da copione, è arrivato in macchina passando dall’ingresso secondario per evitare folla e contestatori. Che c’erano ad aspettarlo. Ieri era il turno degli esodati della scuola ‘Quota 96’.
STESSA liturgia per Maria Elena Boschi, per Cuperlo, Bersani, D’Alema e tutti gli altri big; a piedi solo i ‘peones’, insomma, comunque del cerchio magico. I Rughetti e i Richetti, per dire, i D’Attorre (per la minoranza), ma anche Pippo Civati, gettonatissimo dai videomaker (perché si ferma e non scappa) ma mai quanto la ministra Marianna Madia. Che invece è scappata, con scudo di polizia al seguito, pur di non proferire verbo; un momento di grande cinema. ‘Assalito’ anche Ermete Realacci, chissà perché, mentre è passato senza scosse il sottosegretario alle Tlc, Antonello Giacomelli; e dire che proprio lui ha oggi in mano la sorte di molte di quelle telecamere, specie quelle Rai. All’improvviso, poi, ecco la voce di una mediazione in corso «con Roberto Speranza». E di lì a poco il barbuto capogruppo alla Camera ha fatto capolino dall’angolo della strada; non ha avuto scampo, assalito davanti a un gruppo di turisti tedeschi attoniti e ‘salvato’ a strattoni da un Graziano Delrio in vena di mostrare i muscoli. Lui. D’altra parte, diceva Cavour, la politica è quella delle risoluzioni audaci. O no?
CronacaIn strada la sfilata dei vip: