Bologna, 17 novembre 2023 – Quella di Nicolò Passalacqua ai danni di Davide Ferrerio è stata un’aggressione "con l’intento di percuotere, anche con la forza, il giovane ‘antagonista’ per fargli comprendere che quella ragazza era ‘cosa sua’ e nessuno doveva avvicinarsi". È questo uno dei passaggi contenuti nelle 35 pagine dell’atto di appello (la prima udienza sarà il prossimo 24 gennaio, ndr) depositate dall’avvocato Salvatore Iannone, difensore di Passalacqua, il ventitreenne che l’11 agosto 2022 pestò con inaudita violenza il giovane tifoso rossoblù.
Davide si trova da quel giorno in coma irreversibile. L’attribuzione del possesso da parte dell’imputato nei confronti della ragazza, minorenne all’epoca dei fatti, era stato già sottolineato dal giudice nelle motivazioni della sentenza di primo grado con cui il ventitreenne, nell’aprile scorso, è stato condannato a 20 anni e 4 mesi, già scontati di un terzo per il rito abbreviato: "L’aggravante dei motivi abbietti – scrive il giudice – è avvalorata, infatti, dal voler difendere ciò che è suo, infliggendo una punizione esemplare a colui che aveva cercato un approccio con la ragazza che stava frequentando". L’atteggiamento violento e punitivo di Passalacqua – nei messaggi scambiati la sera stessa con la ragazza il ventitreenne scriveva "quando mi toccano quello che non mi devono toccare vado in bestia…io ci tengo veramente a te" – sarebbe quindi da ricondurre, secondo l’avvocato Iannone, alla difesa di qualcosa che era suo.
Nelle motivazioni d’appello si fa anche riferimento "all’erroneità della ricostruzione del fatto". In sostanza, Iannone evidenzia come Ferrerio non sia stato aggredito con calci e pugni alla testa ma con "una ginocchiata allo sterno e, immediatamente dopo, un pugno sulla parte sinistra del volto".
Secondo l’avvocato, quindi, "i gravi danni riportati da Ferrerio devono essere riferiti alla caduta, conseguente al pugno, sul manto stradale e all’impatto con la testa che ne è seguito"., Inoltre, i danni sarebbero derivati da una pregressa patologia ossea del giovane tifoso rossoblù. In attesa della prima udienza davanti alla Corte d’Appello di Catanzaro, è arrivata la risposta dell’avvocato di parte civile, Gabriele Bordoni, che assiste la famiglia Ferrerio: "L’appello – le sue parole – non incide minimamente sull’impianto motivazionale della sentenza e su tutte le acquisizioni probatorie".