Lunedì 8 Luglio 2024
GABRIELE MORONI
Cronaca

Imprenditore scomparso a Brescia, al setaccio l’altoforno dei misteri. Il Ris cerca i resti di Bozzoli

Brescia, per l’operaio trovato nel bosco l’ipotesi è istigazione al suicidio

 I carabinieri nella fonderia dove è scomparso l’imprenditore (Fotolive)

I carabinieri nella fonderia dove è scomparso l’imprenditore (Fotolive)

Brescia, 20 ottobre 2015 - C'è un fascicolo aperto per la morte di Giuseppe Ghirardini, il dipendente della Bozzoli srl di Marcheno trovato morto domenica pomeriggio in un bosco a quota 1.700 metri, alla località Case di viso, sopra Ponte di Legno. L’ipotesi di reato è istigazione al suicidio a carico di ignoti. Ghirardini era uno dei tre operai presenti nello stabilimento quando, la sera dell’8 ottobre, il titolare dell’azienda, l’imprenditore Mario Bozzoli, era sparito come smaterializzandosi. Per la scomparsa di Bozzoli c’è un fascicolo per sequestro di persona. "Sono – dice il procuratore Tommaso Buonanno – fascicoli tecnici, entrambi a carico di ignoti". Sull’altro versante del doppio mistero della Valtrompia bresciana, le indagini sul giallo dell’industriale cinquantenne scomparso ripartono ora, con decisione, da dove inizia il mistero: la fabbrica che Bozzoli guidava insieme con il fratello maggiore Adelio. In mattinata sono comparsi l’antropologa forense Cristina Cattaneo, rimasta all’interno della fabbrica per circa tre ore, e i Ris di Parma, che hanno lavorato fino a pomeriggio inoltrato. La fabbrica di via Gitti torna prepotentemente su una scena che, in realtà, non ha mai abbandonato. Il lavoro che attende Cristina Cattaneo e il suo team è arduo, quasi immane. Si cercano reperti di calcio, quindi ossa. Questo nella ipotesi che la vita di Mario Bozzoli sia "bruciata" in uno dei forni della sua ditta.

Al loro  interno la temperatura viene portata fino a 1.200 gradi per poi ricavare lingotti di ottone a una temperatura di 900. Frammenti ossei potrebbero essere rimasti se è vero che ne rimangono anche nei forni crematori dove la combustione avviene a 1.500 - 1.800 gradi. Da notare che i forni della Bozzoli dispongono di un portellone laterale per consentire il controllo della lavorazione. Si cercherà in tre direzioni. "C’è molto materiale da esaminare – conferma Buonanno –. Servirà tempo. L’esperta sarà coadiuvata da un ingegnere metallurgico. Potremmo ancora trovare frammenti di ossa e di denti nel forno, nei prodotti finiti, negli scarti di produzione". Gli inquirenti hanno una convinzione e il capo della procura la manifesta: "Gli elementi che abbiamo fanno ritenere che Bozzoli non sia mai uscito dalla fabbrica". Gli scarti sono raccolti in trecento sacchi. Si continua a indagare sul fronte dei "forti contrasti" tra il cinquantenne Mario e il fratello Adelio, di nove anni più anziano. "Tra i due – dice il procuratore bresciano – c’era un rapporto fortemente dialettico relativo alla gestione dell’azienda, ma non ci sono mai state denunce né violenza». In paese si vocifera che fossero sul punto di sciogliere la società. Viene verificato poi l’arrivo in fabbrica di un camion la sera di giovedì 8 ottobre. Una consegna che c’è il sospetto sia stata fatta ritardare.

L’autopsia sul corpo di Giuseppe Ghirardini è stata eseguita nel pomeriggio all’Ospedale Civile di Brescia dal medico legale Nicoletta Cerri. Nessun segno di violenza. Si tratterebbe quindi di morte naturale. L’operaio, trovato rattrappito, bocconi, accanto a un albero, potrebbe essere stato stroncato da un malore e dall’ipotermia, visto che nella zona di Ponte di Legno era caduta un’abbondanate nevicata. Verrà eseguito anche un esame tossicologico e saranno analizzate le due bottigliete di plastica, entrambe vuote, trovate accanto al cadavere, una di integratori, l’altra di acqua minerale. "Nei suoi confronti – precisa il procuratore Buonanno – si era prospettata la necessità di acquisire ulteriori elementi. Ghirardini aveva una convocazione per comparire in caserma a Gardone proprio mercoledì (il giorno in cui è sparito, ndr). Un accertamento su di lui come su altre persone. Nulla, al momento, ci portava a collegarlo in modo sospetto alla sparizione di Bozzoli".