Venerdì 2 Agosto 2024

“Imane Khelif è una donna, faremo chiarezza”. Bach vede Meloni a Parigi. Pellegrini: caccia alle streghe mi fa vomitare

Il presidente del Cio: “D’accordo sul migliorare il background scientifico”. La leggenda azzurra del nuoto: “Angela Carini e la sua avversaria non potevano essere serene”

Roma, 2 agosto 2024 – Continua a tenere banco il caso di Imane Khelif, pugile algerina finita nel tritacarne mediatico per i livelli alti di testosterone. La polemica è esplosa dopo il combattimento di ieri contro l’azzurra Angela Carini (ritirata dopo 46 secondi) alle Olimpiadi di Parigi. Della vicenda hanno parlato oggi la premier Giorgia Meloni e Thomas Bach, presidente del Cio, durante un incontro a Parigi a cui ha partecipato anche il numero uno del Coni Giovanni Malagò. Un faccia a faccia  “positivo”, spiega Bach, in cui “abbiamo parlato anche del caso Carini. Siamo rimasti d'accordo di restare in contatto per 'dare il benvenuto' allo stesso background scientifico e rendere la situazione più comprensibile perché lei (Imane Khelif, ndr) è una donna ed ha fatto competizioni per sei anni al livello internazionale". Il presidente del Cio ha aggiunto: “Condividiamo punti di vista e siamo d'accordo sul chiarire e migliorare il background scientifico di cui abbiamo parlato".

Imane Khelif e Angela Carini durante il match delle Olimpiadi di Parigi (Ansa)
Imane Khelif e Angela Carini durante il match delle Olimpiadi di Parigi (Ansa)

Durante l’incontro è stato affrontato anche il tema di Milano Cortina 2026. "La premier - ha detto Bach - ha confermato il pieno supporto del governo per il successo dei prossimi giochi invernali".

Giorgia Meloni e Angela Carini (Ansa)
Giorgia Meloni e Angela Carini (Ansa)

La rabbia di Federica Pellegrini

"La caccia alla streghe non si sopporta e mi fa vomitare". Non usa mezzi termini Federica Pellegrini nel commentare in un’intervista alla Stampa le polemiche dell’incontro di boxe. “Angela non poteva essere serena, non era nelle condizioni per concentrarsi sulla sua boxe. Così come l'avversaria, che si è ritrovata definita in qualsiasi modo”, dice la leggenda del nuoto azzurro. Secondo l'ex atleta italiana è un "tema ultradelicato" quello sollevato con questa competizione. "L'algerina è nata con un tasso di testosterone più alto della media ed è come le persone che hanno un ematocrito alto di natura - prosegue -, magari sfiorano il doping e allora l'unica regola possibile resta che quando rientrano nei parametri fissati dalla scienza possono competere".

"Io sono inclusiva sempre e a prescindere, nello sport però esiste la fisiologia ovvero il come ci presentiamo non il come siamo o come ci sentiamo ed esistono delle regole. Siamo tutti socialmente aperti e io sono felice se una persona trans decide di cambiare genere - aggiunge -, perché significa che ha trovato il proprio benessere, ma poi non credo che sia lecito vedere chi decide per una transizione da uomo o donna rientrare nella categoria sportiva femminile".

"I tempi di un effettivo cambio ormonale e di forza e di potenza sono troppo lunghi e non sono compatibili con la competizione - precisa -. Per tropo tempo non ci sarebbe equità, ma Khelif non appartiene a questa categoria, ha sempre gareggiato. Non c'è tema di protesta". E sul ritiro dal ring dell'italiana in tempi rapidissimi conclude, "ognuno ha diritto di decidere quale è il limite per sé e l'azzurra non è da criticare perché si è ritirata".

Sempre alla Stampa, la stessa Angela Carini ha ribadito oggi di aver abbandonato il match con Khelif dopo aver “preso un colpo al naso” e aver perso l'equilibrio.  “Non respiravo e quindi ho detto basta". Carini ha raccontato: "Mi sono chiesta: chi sto affrontando? Poi però non tocca a me decidere. Mi dispiace anche per lei, siamo finite in un boom mediatico. Chi siamo noi per giudicare? Per dire cosa è giusto e cosa è sbagliato? Noi siamo atlete, non siamo giudici".

E ancora: "Io non ho perso, mi sono solo arresa con maturità". "Non mi vergogno di certo, e poi di cosa devo avere vergogna? Perché mi sono arresa, perché non ho potuto combattere? Esco a testa alta", conclude ed ora "dico ciao alla boxe". 

Giovanni Malagò

''Ovviamente provo un po' di imbarazzo istituzionale. La posizione del Coni è a tutela e difesa di Angela. Ci ho parlato settimane fa e da giorni, dopo il sorteggio, ci siamo confrontati sull'incontro contro questa pugile chiacchierata''. Così Giovanni Malagò, è intervenuto a Sportface TV, tornando sulla querelle. Il numero uno del Coni ha spiegato: “Io, prima verbalmente, poi in modo lieve ma formale e infine con una protesta ufficiale, ho scritto una lettera a tutela dell'atleta Angela Carini chiedendo dei rumors e di quale fosse la situazione”. 

E ha aggiunto: “La gente deve sapere che l'Associazione Internazionale Boxe è stata commissariata un anno e mezzo fa. Tutti i vertici sono stati rimossi ed è stata presa sotto l'egida del Cio con un organismo terzo indipendente. Qual è il tema? Se uno si basa su aspetti estetici è chiaro che le riflessioni sono molto comuni e similari. L'algerina non ha fatto oggi il primo match della sua vita, sono almeno 8-9 anni che è nel circuito della boxe. È stata la porta bandiera dell'Algeria ad Orano ai Giochi del Mediterraneo. Ha vinto i Campionati Africani, ma nel 2017 ha fatto i Campionati del Mondo e nel 2021 l'Olimpiade di Tokyo senza fare medaglia. Ha un passaporto, che non devo giudicare io, che dichiara che è donna. Poi è giusto che ognuno faccia le sue considerazioni, però quello che dico è di non sostituirci al mestiere degli altri. Dieci persone che rappresentano una commissione scientifica hanno valutato e testato di recente, ho ricevuto questa mattina la lettera, quelli che sono i valori ormonali di questa atleta. Poi ognuno è padrone di pensare ciò che crede - ha concluso - Questa non è una giustificazione, sto comunque dalla parte di Angela''.

Nicola Adams: "Ingiusto e pericoloso”

Sul caso Carini-Khelif interviene anche Nicola Adams, vincitrice di due medaglie d'oro nella boxe, affermando che sarebbe "ingiusto e pericoloso" per le persone che hanno superato la pubertà maschile combattere contro le donne.  Adams, che ha vinto l'oro nei pesi mosca per la Gran Bretagna alle Olimpiadi del 2012 e del 2016, ha scritto su X: "Dopo anni di lotta per far sì che la boxe femminile esistesse alle Olimpiadi e poi tutto l'allenamento che devono affrontare per arrivarci, è stato difficile vedere un'altra combattente costretta a rinunciare ai suoi sogni olimpici. Le persone che non sono nate come donne biologiche, che hanno attraversato la pubertà maschile, non dovrebbero essere in grado di competere nello sport femminile. Non solo è ingiusto, è pericoloso!". L'IBA non ha specificato quali problemi ha avuto con Khelif