
Roma, 7 aprile 2025 – Sono “distrutti dal dolore” e “sotto choc” i genitori di Mark Antony Samson, il 23enne che ha confessato l’omicidio della studentessa della Sapienza Ilaria Sula. Così li descrive l’avvocato Paolo Foto, difensore della madre, interpellato dai giornalisti fuori dalla questura di Roma. La donna, che era presente nella casa di via Homs quando la 22enne è stata uccisa, è indagata per concorso in occultamento di cadavere. Nel corso dell’interrogatorio Nosr Manlapazla avrebbe sostanzialmente ammesso di avere aiutato il figlio a cancellare le tracce del delitto. I Samson “sono spaventati e chiedono sincero perdono per tutto quello che è successo”, ha detto il legale, per il quale il padre del ragazzo sarebbe completamente estraneo alla vicenda: “Probabilmente non sarà neanche sentito nei prossimi giorni”.
Nell’appartamento dei Samson, al quartiere Africano, sono stati sequestrati dei coltelli. Uno di questi potrebbe essere stato utilizzato nell'omicidio. Le lame saranno analizzate dagli specialisti delle forze dell'ordine.

Il gip: “Ha agito con freddezza”
Al giovane sono contestati i reati di omicidio aggravato e occultamento di cadavere. Samson ha sostenuto di aver fatto tutto da solo, di aver ucciso Ilaria alle 11 del 26 marzo in un “raptus di gelosia”. La sua difesa sta valutando la possibilità di richiedere una perizia psichiatrica ma secondo il Gip “ha agito con freddezza e insensibilità", aggredendo la vittima che si fidava di lui “in modo brutale”.

La versione del ragazzo
Inizialmente Samson ha detto che la madre era in casa ma poi non ha voluto più tornare sulla presenza o meno dei genitori, avvalendosi della facoltà di non rispondere. Stando alla sua versione, nel giro di tre ore avrebbe agito da solo e senza aiuti infilato il corpo di Ilaria in una valigia, ripulito la sua stanza, gettato il coltello e gli stracci e il tappeto sporchi di sangue in un cassonetto per poi raggiungere alle 14 la zona di Poli, a una quarantina di chilometri da Roma, dove ha gettato il cadavere in un dirupo prima di rientrare a casa.
Gli inquirenti sospettano che il femminicidio possa essere stato premeditato, anche perché un'amica della vittima sostiene che il 26 marzo Samson sia entrato nell'appartamento di Ilaria per consultare dati sul suo pc.
A Terni i funerali di Ilaria
A Terni oggi è partito dalla casa di viale dello Stadio a Terni il corteo funebre che ha portato il feretro di Ilaria fino al cimitero comunale. L'uscita della bara bianca, coperta di rose bianche e rosse, dall'abitazione dove vive la famiglia della studentessa uccisa dal suo ex fidanzato a Roma, è stata accompagnata da un lungo applauso delle diverse centinaia di persone, tra amici e parenti, arrivate per dare l'ultimo saluto a Ilaria. Stretti dietro al carro funebre la madre – che ha accusato un malore -, il padre e il fratello.
"Proporrò agli organi dell'ateneo di intitolare i nuovi spazi di studio de La Sapienza ad Ilaria Sula", dice la rettrice della Sapienza Antonella Polimeni. "E' partita la convocazione degli organi di ateneo in questi minuti - fa sapere la rettrice - e proporrò di intitolare la prossima settimana i nuovi spazi di studio, molto belli, appena ristrutturati, alla memoria di Ilaria. E' un modo, oltre che per ricordarla, per non perdere la memoria di fonte a questo ennesimo femminicidio".
Palermo, l’addio a Sara Campanella
Momenti di profonda commozione anche a Misilmeri (Palermo) per i funerali di Sara Campanella, anche lei studentessa universitaria uccisa lo scorso 31 marzo a Messina dal collega reo confesso Stefano Argentino. Un lungo applauso della folla che si era raccolta davanti alla chiesa San Giovanni Battista ha accolto l'arrivo della bara bianca con le spoglie della giovane, preceduta da tre ragazze che portavano una sua foto e una corona di alloro.

Palloncini bianchi, striscioni e un'esplicita richiesta sullo sfondo: basta femminicidi. La Sicilia si è stretta attorno alla comunità di Misilmeri per l'ultimo saluto a Sara. "Mi amo troppo per stare con chiunque", frase pubblicata sui social dalla ragazza qualche ora prima della morte, appare in ogni angolo del paese come messaggio contro la violenza sulle donne. Alla funzione, svoltasi nella chiesa di San Giovanni Battista e presieduta dall'arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, hanno preso parte circa 1.500 persone: per contenere il flusso dei presenti sono stati allestiti due megaschermi, uno all'esterno dell'edificio e uno nell'oratorio adiacente.