Giovedì 21 Novembre 2024
ALESSANDRO D’AMATO
Cronaca

Ilaria Salis, la visita del papà: "Erano celle della Gestapo, mia figlia invecchiata di 10 anni. Aiutateci a tirarla fuori da lì"

Roberto Salis invoca l’intervento del governo: lunedì a Tajani chiederò la via dei domiciliari in Italia. "Mia figlia in catene e la guardia che la tiene al guinzaglio, bisogna dire da che parte si sta"

Roma, 1 febbraio 2024 – “Al governo italiano chiedo che si trovi la via per portare mia figlia ai domiciliari in Italia. Capisco benissimo la situazione ma mi auguro che sia possibile trovare una strada diplomatica per una soluzione consona". Roberto Salis, padre di Ilaria detenuta a Budapest, comincia a parlare col Quotidiano Nazionale quando la premier Giorgia Meloni ha appena detto che né lei né Orbán possono entrare in un giudizio che compete alla magistratura ungherese. "Capisco entrambi: non possono dire altrimenti. Ma spero che si riesca a far dialogare il potere esecutivo e quello giudiziario dei due Paesi".

A sinistra, Ilaria Salis in aula di tribunale a Budapest; a destra il padre Roberto Salis
A sinistra, Ilaria Salis in aula di tribunale a Budapest; a destra il padre Roberto Salis

Il ministro degli Esteri, Tajani, ha spiegato che l’espulsione sarà possibile solo quando il processo si concluderà con una condanna.

"Guardi, non lo so. Lunedì vado a Roma a parlare col ministro. Mi sembra che ci sia un po’ di confusione tra quello che si dice e quello che viene riportato. Per questo preferisco andare direttamente alla fonte".

Sua figlia sta diventando un argomento di dibattito. Pensa che sia un bene?

"Io più che altro spero che diventi un argomento civile e non politico. Se diventa uno scontro politico non si arriva a nessuna soluzione. Ci sono due possibili squadre con cui schierarsi: mia figlia in catene come l’abbiamo vista nel filmato e la guardia che la tiene al guinzaglio. Ognuno deve stabilire per quale squadra tiene".

Come ha trovato sua figlia in carcere?

"L’ho trovata invecchiata di dieci anni. Le condizioni carcerarie in Ungheria sono parecchio difficili e dure. C’è poca luce, non arriva il sole: quello è stato un carcere della Gestapo fino alla Seconda guerra mondiale. I detenuti erano prigionieri politici. Per questo bisogna tirarla fuori di lì".

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Sulla questione della fedina penale di Ilaria Salis ieri la Lega ha fatto sapere che sua figlia è stata condannata in via definitiva per concorso morale in resistenza a pubblico ufficiale. Lei ha minacciato di querelare il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini.

"Lo sappiamo benissimo. Ma si tratta di un’altra vicenda rispetto a quella tirata fuori dalla Lega l’altro ieri. Salvini sarà querelato perché il processo di cui ha parlato si è concluso assolvendo mia figlia per non aver partecipato ai fatti. Anzi, ha cercato di fermare i dimostranti che hanno assaltato quel gazebo. Cercano di portare argomenti pretestuosi per screditare le persone in difficoltà. Invece chi rappresenta le istituzioni dovrebbe tirare un salvagente ai cittadini che stanno per affogare".

Lei oggi, invece, ha parlato dei valori etici di sua figlia. Quali sono precisamente? Dal punto di vista politico la pensate diversamente, almeno sembra.

"Mia figlia è un’idealista. Ma è anche una persona che ritiene di doversi assumere dei rischi per una causa che ritiene giusta. Io non sono sempre d’accordo con le sue prese di posizione, eh?".

Avete litigato qualche volta?

"Litigavamo sempre. Ma io credo che sia una delle cose più piacevoli della vita fare una discussione aperta con chi ha idee contrarie alle sue. E quando questa discussione avviene in una logica di amore, questo è superiore all’ideologia politica. Mia figlia è un personaggio che a farci una discussione dà soddisfazione. È abbastanza preparata".

Gli studenti del liceo classico Zucchi di Monza hanno creato una petizione online per sua figlia. Cosa ha provato quando l’ha saputo?

"È stato bello e commovente. Hanno partecipato anche tutti gli ex compagni di classe di mia figlia, che all’epoca della scuola frequentavano casa mia. Ci sono sempre dei risvolti positivi anche in una tragedia. Quello che abbiamo scoperto mia moglie e io è che ci sono tante persone che ci vogliono bene e che ce ne vogliono molto di più di quello che pensavamo".