Continua la battaglia di Roberto Salis per evitare il carcere in Ungheria alla figlia Ilaria, detenuta da 13 mesi a Budapest per l’aggressione a due militanti neonazisti che mai l’hanno denunciata. All’indomani della mancata concessione degli arresti domiciliari – da scontare nella capitale magiara – da parte del giudice, al termine dell’udienza in cui la 39enne monzese è comparsa di nuovo con le catene a mani e piedi, il padre dell’attivista (presente giovedì in aula) si è rivolto ufficialmente a Sergio Mattarella.
“Ho mandato una Pec al presidente della Repubblica – fa sapere Salis –: una lettera molto asciutta riferendomi a quella che gli avevo inviato il 17 gennaio e a cui aveva subito risposto. È il garante della Costituzione e l'articolo 3 si applica a tutti i cittadini italiani: può intervenire sul governo Orban e deve smuovere il governo italiano perché evidentemente non ha fatto quello che doveva fare”.
L’affondo
Non finisce qui, Roberto Salis attacca in particolar modo il ministro della Giustizia Carlo Nordio. ““Quando qualcuno che ricopre una carica importante ti dice di fare A, B e C e tu fai in questo modo e poi tutto questo si rivela un buco nell'acqua, una telefonata per mostrare vicinanza mi sarebbe sembrato il minimo. Ma non è arrivata”. Così ha risposto il papà dell’attivista a domanda esplicita del cronista sui contatti col guardiasigilli. “Non mi ha chiamato nessun rappresentante del governo», specifica Salis.
Il ricorso
Sulle possibilità di scarcerazione della figlia, Salis dice di non nutrire molte speranze: “Il ricorso contro la mancata concessione dei domiciliari va fatto, anche se è una strada su cui non mi faccio grandi illusioni. Cercare di far ragionare in termini di stato di diritto l'Ungheria mi pare tempo perso, ma facciamo tutto quello che si può fare”:
“Per andare alla Corte Europea dei diritti dell’uomo bisogna aspettare una serie di passaggi tecnici - ha aggiunto - ma bisogna continuare a lavorare, se possibile anche con maggiore determinazione rispetto a prima».
Il caso Marchesi
Ieri Gabriele Marchesi, imputato in Ungheria per gli stessi reati di Ilaria Salis ma arrestato in Italia, è tornato libero dopo che il tribunale di Milano ha fatto tabula rasa del mandato d'arresto europeo chiesto da Budapest: “Devo prendere atto del comportamento di mia figlia: nonostante ovviamente la decisione presa per Gabriele Marchesi non la favorisca, era estremamente contenta e soddisfatta perchè è stata fatta giustizia per Gabriele. Quando hai una persona con il carattere come quello di Ilaria - ha concluso Roberto Salis -, ti senti veramente in dovere di continuare a lottare per lei”