Domenica 22 Dicembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Ilaria Salis, lettera dal carcere: “Sono caduta in un pozzo profondissimo e non so se ne uscirò mai”

L’attivista monzese detenuta dall’11 febbraio 2023 a Budapest sta scrivendo un diario di prigionia. Giovedì è prevista una nuova udienza

“Sono caduta in un pozzo profondissimo, mi chiedo se ci sia uscita. Ma non ho dubbi su quale sia la parte giusta della storia”. È un brano di una lettera di Ilaria Salis dal carcere, anticipata da Repubblica online e Tg3. L’insegnante antifascista italiana, detenuta dall’11 febbraio 2023 a Budapest accusata di aver partecipato al pestaggio di alcuni militanti neo-nazisti in Ungheria, ha raccontato nel suo diario di prigionia il secondo mese nel carcere di massima sicurezza nella capitale magiara. 

La lettera

“I mesi sono lunghi e accade che la bolla si trasformi in un buco nero che ti risucchia. Prendendo in prestito una metafora che leggerò parecchi mesi dopo in un bellissimo fumetto dedicato alle mie vicende - dice la 39enne citando Zerocalcare - sono caduta in un pozzo profondissimo. Le pareti sono scivolose ed ogni volta che faticosamente cerco di compiere un breve passo per risalire appena un pochino, finisco sempre col precipitare più in profondità. A volte mi chiedo se questo pozzo abbia un fondo e se da qualche parte ci sia davvero un'uscita. Immagino di essere un piccolo geco, che nell'oscurità silente riesce a scalare le pareti. Già, devo scalare le pareti, ma qui purtroppo non ci sono i miei compagni di arrampicata e i legami di fiducia ben stretti sulla corda della sicura".

"Chiudo gli occhi – prosegue – e lancio lo sguardo oltre le mura di questo cieco carcere: scorgo le vicende di uomini e donne come ricambi in tessuti su arazzi che raffigurano storie più ampie. Storie di popoli, di culture, di lingue e di religioni. Storia di sistemi economici, politici e giuridici. Storie di ricchezza e di miseria, di potere, di sopraffazione e di sfruttamento. Storie di guerre e di eserciti. Storie di un mondo in cui ancora si uccidono bambini, in cui alle quarte d'Europa risuonano mitraglie che riecheggiano gli scempi del secolo scorso. Apro gli occhi e mi scorgono rannicchiata sulla grigia coperta, con lo sguardo fisso sulla porta di ferro della cella. Tutto mi appare semplice e lineare in queste vicende, come in molte altre, non può esserci alcun dubbio su quale sia la parte giusta della storia», riporta il suo diario.

L’udienza 

Sul caso Salis oggi è intervenuto nuovamente il ministro degli esteri Antonio Tajani  “Noi chiediamo soltanto che si rispettino i diritti umani, mi auguro che possa essere assolta: io sono garantista". Giovedì è prevista una nuova udienza a Budapest. L'attivista monzese, che rieca fino a 24 anni di reclusione - la procura ne ha chiesti 11 - ha denunciato attraverso i suoi familiari le condizioni disumane cui è sottoposta durante la sua detenzione.