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Il vino sardo batte Red Bull: "L’etichetta non è copiata. Davide ha piegato Golia"
Nuoro, 23ottobre 2023 – Quando ha fondato la sua azienda vitivinicola nel 2020, Mattia Muggittu aveva 20 anni e un grande sogno: trasformare in lavoro una grande passione di famiglia per vini e vitigni, tramandata anche dalla tradizione del suo paese, Mamoiada, nel Nuorese, dove il cannonau è l’oro rosso dell’economia locale.
Il sogno
Nel 2021 è arrivata la prima bottiglia con l’orgoglio per l’etichetta “Muggittu Boeli“ che raffigura due buoi simbolo della tradizione vitivinicola del paese della Barbagia. Ma il 6 dicembre dello stesso anno, la multinazionale austriaca Red Bull, che produce l’omonima bevanda energetica, lo ha diffidato dal registrare l’etichetta per "violazione del marchio e concorrenza sleale".
Le accuse della Red Bull
Secondo Red Bull la cantina aveva copiato il famoso logo con i due tori, inserendolo sulle etichette dei vini e generando confusione tra i due marchi. A Mattia è crollato il mondo addosso davanti a una battaglia legale impari, che però si è conclusa per lui con una vittoria.
La vittoria di Muggittu
La direzione generale per la tutela della proposta industriale del ministero delle Imprese e del Made in Italy ha infatti respinto l’opposizione del colosso dell’energy drink e ora Muggittu potrà continuare a usare il marchio: "Davide ha battuto Golia – commenta l’imprenditore oggi 23enne –. La lezione è che non sempre vincono i più forti e grossi, ma ogni tanto la possono spuntare anche i più piccoli, se credono abbastanza in quello che fanno".
L’etichetta
L’etichetta raffigura due buoi, con sotto il segno rosso dell’aratro e sopra la rappresentazione dei cerchi della stele di Boeli, un menhir che risale al Neolitico e si trova nella località dove sorge la cantina. "I buoi sono il simbolo della viticoltura di Mamoiada e operano ancora oggi nelle nostre vigne ultracentenarie dove non entrano i mezzi meccanici – spiega Mattia –. I cerchi concentrici sono scolpiti sulla stele di Boeli. Con questo marchio ho voluto raccontare la mia storia e quella del paese, ma anche omaggiare questo monumento dal grande valore storico".
Da ragazzo nel futuro di Mattia sembrava esserci altro rispetto ai vitigni: "Fare il ragioniere non era la mia strada e così, aiutato dai miei, ho portato avanti il mio progetto. La diffida di Red Bull però mi ha fatto paura e mi sono fermato, poi l’avvocato mi ha spiegato che fino alla decisione del giudice potevo continuare". Così nell’ultimo anno sono state prodotte 3.500 bottiglie tra rosso e rosato. "Ho lavorato tanto, ma mi sentivo in bilico. Mi ha aiutato la solidarietà arrivata da tutto il mondo ma in larga parte dall’Austria (dove ha sede legale Red Bull e dove il caso ha avuto molta eco mediatica, ndr). Dopo questa vittoria inizio a vedere più chiaro il mio futuro".