Giovedì 21 Novembre 2024
ALESSANDRO MALPELO
Cronaca

Il vaiolo delle scimmie. Primo caso in Europa. Contagi, sintomi e vaccini: come difendersi dal virus

Un cittadino svedese colpito dalla variante più pericolosa. Si è infettato in Africa. La direttrice del Centro di prevenzione europeo: numero destinato a crescere. In Italia situazione sotto controllo. Il virologo Broccolo: vigilanza negli aereoporti.

Il vaiolo delle scimmie. Primo caso in Europa. Contagi, sintomi e vaccini: come difendersi dal virus

Un paziente infettato con il vaiolo delle scimmie: sulla mano i segni della malattia

L’epidemia provocata dal vaiolo delle scimmie sbarca in Europa, il primo soggetto colpito è stato individuato in Svezia. Ora si teme che l’infezione, sostenuta dal Virus monkeypox possa dilagare nel continente, in arrivo dall’Africa centrale. Pamela Rendi-Wagner, direttrice del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) considera altamente probabile che altri casi clinici di importazione saranno ospedalizzati alle nostre latitudini. Tutto era iniziato nel 1970 con un focolaio segnalato nella Repubblica Democratica del Congo, ma il virus era conosciuto già dal 1958. I contagi si sono via via moltiplicati e due anni fa gli esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità hanno parlato per la prima volta di una "emergenza sanitaria internazionale". La variante entrata in Europa, denominata Clade I, provoca una sintomatologia simile al vaiolo vecchia maniera (smallpox) debellato grazie alle vaccinazioni, ed è gravata da un tasso di letalità stimato al 5 per cento.

I RISCHI

"La situazione è costantemente monitorata – avverte Roberto Parrella, presidente Simit, Società italiana malattie infettive e tropicali - allo stato attuale non sono stati segnalati casi in Italia, ma considerando le modalità di trasmissione di Mpox è necessario mantenere un adeguato livello di attenzione, senza suscitare inutili allarmismi". Negli aeroporti, nei confronti di quanti rientrano dalle aree colpite, si fa tesoro dell’esperienza vissuta ai tempi del Sars-Cov2. I servizi di igiene e profilassi si preparano al tracciamento dei contatti, mentre nei laboratori i test sierologici attualmente disponibili, precisa il virologo Francesco Broccolo, dell’Università del Salento, consentono di confermare la malattia conclamata. I kit molecolari finalizzati alla diagnosi precoce sono ancora in fase sperimentale.

I SINTOMI

DEL VIRUS MPOX

Il vaiolo delle scimmie è una malattia causata dal virus detto Monkeypox. I sintomi caratteristici sono le classiche lesioni cutanee che possono durare da 2 a 4 settimane, accompagnate da febbre, mal di testa, dolori muscolari e linfonodi ingrossati. Il virus si propaga attraverso il contatto fisico con persone infette, inizialmente si sospettava che la via preferenziale fosse legata ai rapporti sessuali, ma poi si è visto che anche i bambini si ammalano, quando l’agente infettivo colonizza le prime vie respiratorie, complice un sistema immunitario ancora giovane. Prevenzione L’igiene è fondamentale, ricordano gli specialisti dell’Oms, occorre evitare i materiali contaminati appartenuti a persone malate come vestiti, lenzuola, effetti personali. La trasmissione da persona a persona può avvenire per contatto diretto con lesioni cutanee o per via aerea. È importante lavarsi spesso le mani, e consultare un medico se si sospetta di essere stati esposti al virus dopo un viaggio o in particolari circostanze.

I VACCINI

A DISPOSIZIONE

Una volta formulata la diagnosi, gli antivirali (tecovirimat, cidofovir, somministrati secondo il giudizio del medici) possono attenuare i sintomi. Per quanto riguarda i vaccini, il ministero si è attivato con Aifa e Istituto Superiore di Sanità per la pianificazione di strategie condivise, mentre la scorta nazionale di vaccini "al momento è sufficiente a garantire il fabbisogno". Alla luce dei casi che in Africa colpiscono gli adolescenti, l’azienda danese Bavarian Nordic, che produce il vaccino efficace nel vaiolo delle scimmie, ha chiesto all’Ema, l’agenzia europea dei medicinali, di estendere l’impiego anche nella fascia d’età compresa tra i 12 e i 17 anni. Attualmente il vaccino è autorizzato in soggetti di età superiore ai 18 anni.