Funziona. Il vaccino anti Covid dell’americana Pfizer e della tedesca BioNTech funziona garantendo una copertura del 90%, quindi molto alta. Ad annunciarlo, scatenando un rally globale sui mercati borsistici tornati spesso a livelli pre pandemia (Piazza Affari chiude a più 5,4%), è stato Albert Bourla, il presidente di Pfizer, che ha parlato di "un grande giorno per la scienza e l’umanità". "Il nostro studio – ha detto – indica un tasso di efficacia del vaccino superiore al 90%, sette giorni dopo la seconda dose. Ciò significa che la protezione viene raggiunta 28 giorni dopo l’inizio della vaccinazione. Servono due mesi per avere tutti i dati sulla sicurezza dall’ultima inoculazione del vaccino per poter ottenere l’autorizzazione dalla Fda. Per questo pensiamo che il vaccino sarà disponibile e approvato entro la terza settimana di novembre".
Pfizer e l’azienda biotech tedesca BioNTech stanno lavorando 24 ore al giorno per aumentare la produzione, con l’ambizioso obiettivo di avere 50 milioni di dosi, sufficienti per 25 milioni di persone visto che la somministrazione prevede 2 dosi, entro la fine dell’anno e 1,3 miliardi di dosi nel 2021. Ma va detto che il vaccino rischia di essere disponile solo per i Paesi ricchi, e non solo per disponibilità di soldi.
Il potenziale vaccino deve infatti essere conservato a -75 gradi Celsius e somministrato in due dosi separate. Nei Paesi ricchi ciò significherebbe che verrebbe probabilmente distribuito negli ospedali o nei centri appositamente costruiti piuttosto che nelle farmacie o nell’ufficio del medico di famiglia locale. I paesi poveri – senza forniture elettriche affidabili o infrastrutture per mantenere i vaccini a quella temperatura – potrebbere di fatto essere tagliati fuori. Altro delicato problema è la suddivisione delle dosi, specialmente nella prima fase. Gli Stati Uniti hanno acquistato 100 milioni di dosi, con opzione per altre 500 milioni. L’Unione europea ha opzionato (ma non ancora firmato il contratto) 200 milioni di dosi, più altre 100 milioni. Il Giappone ha prenotato 30 milioni di dosi e il Canada altre 20, con l’opzione di arrivare a 76. All’Italia andrà il 13,5% della quota europea: se i primi 25 milioni di vaccini (50 milioni di dosi) fossero spartiti al 50% tra Usa ed Europa (in quanto sedi delle due aziende produttrici) all’Italia finirebbero a dicembre 1,6 milioni di dosi.
Il presidente Usa eletto, Joe Biden, ha espresso le sue congratulazioni per i progressi del vaccino Pfizer, ma con cautela: "È un notizia eccellente – ha frenato –, ma per la fine della battaglia contro il Covid-19 ci vogliono ancora mesi perché, anche se approvato, non sarà disponibile in grandi numeri per molti mesi. La sfida davanti a noi è ancora immensa. In America potremmo perdere altre 200mila vite nei prossimi mesi prima che il vaccino sia disponibile per tutti". Felici ma prudenti sui tempi anche il britannico Boris Johnson e i ministri della Sanità italiano e tedesco. Ma i virologi vedono nel vaccino una svolta. Anthony Fauci, il direttore della task force della Casa Bianca sul Coronavirus, ha detto che una efficacia del 90% "è semplicemente straordinaria, non molti si aspettavano una percentuale così alta".
Oltre al vaccino Pfizer in arrivo ci sono anche quelli di Moderna e AstraZeneca; quest’ultima si aspetta che i risultati del trial in corso sul vaccino anti Covid sviluppato con Oxford-Irbm arrivino entro la fine dell’anno e così per quello di Moderna.
Alessandro Farruggia