"Io vivo tra Bologna e Venezia, stamani a Venezia mi ferma una turista straniera e mi fa: dove è la piazza? E io: quale piazza vuole? E lei, che presumo intendesse Piazza San Marco, non ne aveva la minima idea. Perché non aveva sostanzialmente idea di dove fosse. Mi han persino chiesto come facevano a parcheggiare vicino all’hotel. A Venezia! A questo turismo di massa, industriale, distratto e incolto, che fa gregge e pone problemi enormi, che è un assist a chi lo vuole solo sfruttare, io dico: anche no. Parafrasando il nostro programma tv, si a turisti per caso, informati e consapevoli nel cucirsi addosso un viaggio, e no ai turisti a casaccio". Così Patrizio Roversi, bolognese di adozione, conduttore televisivo che da ‘Turisti per caso’ sulla Rai a ‘Slow tour’ su Rete Quattro si è fatto alfiere di un turismo diverso, curioso e consapevole.
Gli stranieri stanno arrivando a frotte, meno gli italiani che fanno segnare qualche battuta d’arresto. Colpa dei rincari?
"Fondamentalmente ce ne sono meno perché non hanno i soldi: sino allo scorso anno almeno una settimana se la facevano quasi tutti, ora in molti accorciano la durata e da una settimana si fan quattro giorni".
Non ci sono soldi, ma anche i prezzi sono aumentati.
"Purtroppo. Non voglio fare il moralista, ma agli operatori turistici dico che certi prezzi vanno bene per i turisti stranieri, specialmente americani o giapponesi, molto meno per gli italiani, che rischiano di esser tagliati fuori. Agli addetti ai lavori dico: state attenti perché in questo modo perdete una bella fetta di clienti. Chi tiene i prezzi calmierati o li aumenta di poco, come ad esempio sulla costa romagnola, gli italiani invece li tiene offrendo ancora quella accoglienza familiare che è uno dei tratti distintivi dell’esperienza turistica nel Bel Paese".
C’è però anche un dimensione dei grandi numeri...
"Il turismo in Italia è qualità, e oltre certi numeri non si può andare senza intaccare la qualità. Se andiamo per grandi numeri i turisti non sono più clienti ma passanti, gente che tanto non ritornerà e così la tentazione degli operatori più disinvolti è quella di spennarli. Con danno grave all’intero sistema. In Italia il turismo deve rimanere fondamentalmente artigianale: è emozioni e relazioni. Ad esempio le trattorie, le pensioni, i bar, i ristoranti. Certi hotel. I mercati. E i tanti stabilimenti balneari, uno diverso dall’altro, che ci sono lungo le nostre coste e che non devono finire in mano alle multinazionali del turismo. Ogni bagno è un mondo. Sono biodiversità turistica, paghino il giusto di canone allo Stato, ma vanno tutelati. Questa Italia va preservata perché è quella che ci caratterizza".
C’è un modo per vivere le vacanze d’agosto senza spendere una follia?
"Certo che c’è. È l’Italia delle terre alte, l’Italia dell’Appennino, che dalla Liguria alla Calabria offre grandi opportunità. In Emilia-Romagna ci sono borghi deliziosi sull’Appennino, zone naturalisticamente bellissime e che permettono di scoprire una gastronomia vera. E lo stesso vale per la Toscana, le Marche, l’Umbria, l’Abruzzo, il Lazio, la Campania, la Calabria. Colline e montagne che ti offrono sollievo dal gran caldo e buon vivere. Che sono una Italia vera, accessibile, una Italia delle tradizioni, a un prezzo giusto. Noi abbiamo la percezione di una Italia completamente antropizzata, piena di case e capannoni dappertutto. Ma non è mica vero, e sull’Appennino te ne rendi conto. Nel nostro sito ‘Italia slow tour’ raccontiamo oltre cinquecento itinerari – a piedi, in macchina, in treno, in bicicletta, a cavallo, in moto – che stanno nell’Italia di provincia e che ti offrono esperienza diversissime. Perché tutti hanno il diritto alla loro vacanza, e si può fare anche senza spendere follie".
E se il turista italiano vuole comunque andare al mare?
"Vada dove lo porta il cuore. Il problema del mare è che in Italia a luglio e agosto è tutto affollato, bisogna esserne consci. Certo puoi prenotare per tempo in una struttura con buon rapporto qualità-prezzo, ma il consiglio che mi sento di dare, a chi può, è andare al mare a giugno o a settembre. E a chi non può l’invito è a essere consapevoli e a scegliere con attenzione".