Mercoledì 13 Novembre 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Cronaca

Il sommergibile è imploso Trovati i rottami del Titan: morti i cinque esploratori "Cedimento catastrofico"

L’OceanGate: "L’incidente quattro giorni fa, a 500 metri dal relitto del piroscafo". C’è stata una perdita di pressione istantanea. La Marina Usa aveva rilevato subito lo schianto.

di Alessandro Farruggia

È finita. La maledizione del Titanic ha vinto. La speranza che i cinque occupanti del piccolo batiscafo Titan – sceso per visitare il relitto del transatlantico che giace a 3.740 metri di profondità – potessero essere salvati, è naufragata ieri nelle fredde acque dell’Atlantico settentrionale nonostante una straordinaria mobilitazione con cinque aerei e una decina di navi militari e civili costata milioni dollari, che va detto, spendendo un decimo, avrebbe salvato migliaia di migranti. Dopotutto ci sono naufraghi e naufraghi. La grande operazione di soccorso è fallita. "Riteniamo che il nostro Ceo Stockton Rush, Shahzada Dawood e suo figlio Suleman Dawood, Hamish Harding e Paul-Henri Nargeolet – ha detto ieri sera la Oceangate – siano andati tristemente perduti. Questi uomini erano veri esploratori che condividevano uno spiccato spirito di avventura e una profonda passione per l’esplorazione e la protezione degli oceani del mondo. I nostri cuori sono con queste cinque anime e con tutti i membri delle loro famiglie in questo tragico momento".

A confermare la morte dei cinque occupanti – ben oltre la fine dell’ossigeno stimata per le 13 di ieri e che al massimo poteva durare altre sei ore – sono stati i detriti trovati ieri da uno dei due batiscafi di profondità scesi sul fondo, quello della americana Pelagic Research Services, a 500 metri dal relitto del Titanic. "Questa mattina – ha annunciato alle 21 ora italiana il contrammiraglio John Mauger, capo delle operazioni di ricerca – un veicolo a comando remoto di Horizon Arctic ha scoperto il cono di coda del sottomarino Titan a circa 1.600 piedi dalla prua del Titanic sul fondale marino. Più avanti sono stati trovati altri quattro relitti. I detriti sono coerenti con una perdita catastrofica della camera di pressione".

"Nel sottomarino di OceanGate potrebbe essersi verificata una implosione istantanea, e se successo è capitato 4 giorni fa" è l’ipotesi di Guillermo Soehnlein, co-fondatore della società insieme a Stockton Rush. Una implosione catastrofica che ha provocato la morte istantanea degli occupanti. L’evento potrebbe essere successo alla quota di 3.200 metri quando secondo alcune fonti il Titan avrebbe interrotto la discesa prima di perdere i contatti con la nave madre, la Polar Prince.

L’ipotesi del cedimento catastrofico, non causata da una collisione con i resti del Titanic, è stata confermata dalla Guardia Costiera: "La localizzazione – hanno spiegato – che si trova a 500 metri dal Titanic, in una area libera da detriti del transatlantico, fa escludere l’ipotesi una collisione con il relitto del Titanic alla fine della discesa e avvalora piuttosto quella di un cedimento strutturale catastrofico, anche se è ancora preso per dire causato da cosa". "La prima cosa che abbiamo trovato – ha detto Paul Hanken, uno degli esperti mobilitati dalla guardia Costiera – è stata la prua, che giaceva in un grande campo di detriti. All’interno di questo grande campo di detriti, abbiamo trovato la campana anteriore dello scafo in pressione. Questa è stata la prima indicazione di un evento catastrofico". Ieri sera si è anche appreso che un sistema di rilevamento acustico top secret della Marina Usa progettato per individuare i sottomarini nemici aveva rilevato per primo l’implosione del Titan, riferendo subito tutto alle autorità sul posto.

Intanto la famiglia di Harding ha attaccato OceanGate per aver aspettato otto ore prima di dare l’allarme quando il Titan è scomparso. Il minisottomarino si è infatti immerso domenica alle 8 e ha perso il contatto con la nave madre alle 9.45. Ma non è stato segnalato scomparso alla Guardia Costiera fino alle 17,40. Ma forse anche il ritardo è stato ininfluente. Non c’era comunque speranza.