È un’araba trasnsfemminista il ’Vecchione’ d’artista bolognese, il simbolo dell’anno che finisce e che, come da tradizione, verrà bruciato in piazza Maggiore allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre. Un simbolo che quest’anno porta la firma dell’attivista transfemminista Fumettribrutti e che in città ha già scatenato le prime polemiche politiche. Personalità centrale nel rinnovamento del fumetto italiano, capace di trasportare in immagini l’aspirazione a una società che azzeri le barriere tra i generi, autrice di tanti libri di successo, come la trasposizione in disegni del romanzo di Francesco Piccolo ‘La separazione del maschio’, Fumettibrutti, nome d’arte di Josephine Yole Signorelli è l’artista voluta dal Comune per immaginare appunto il ‘Vecchione’ del 2024.
Un appuntamento molto sentito in città: in passato si sono cimentati nomi come Pirro Cuniberti, Emanuele Luzzati e Jean Michel Folon. Mercurio, la figura che questa volta arderà nel pieno centro cittadino, è Mercursio, araba fenice, colore rosa, lunghi capelli argentati a circondare il viso. Al collo avrà una chiave, che viene idealmente consegnata a tutti, per aprire il baule nel quale la figura mitologica è nascosta per avviare insieme un percorso che possa portare a una società multicolore, dove ognuno sia libero di vivere sino in fondo la propria esistenza, superando finalmente i confini che separano i generi. "La chiave – ha detto l’artista – è un simbolo transfemminista, e rinascere, come fa la fenice, dalle proprie ceneri, è un invito a trovare dentro se stessi le forze per fronteggiare, e lasciarsi alle spalle, le avversità".
Apriti cielo, appena annunciata la scelta del Comune ha scatenato l’opposizione. "È una scelta di dubbio gusto e troppo divisiva, con cui si vuole imporre a tutti i costi il pensiero di una sola parte politica a tutta la cittadinanza" sostiene il gruppo di Fratellli d’Italia in Comune. Salta sulla sedia anche la Lega che parla di "soldi dei contribuenti spesi per motivi ideologici e contesta il fatto che si sia deciso di "snaturare una festa di piazza che era consuetudine dal 1922. Cosa racconteranno i genitori ai loro figli dinnanzi a questa nuova installazione?".
L’artista, nata a Catania e trasferitasi a Bologna per frequentare il corso ‘Linguaggio del fumetto’ all’Accademia di Belle Arti, proprio in città, un mese fa, era stata aggredita verbalmente alla fermata di un autobus da una persona che la offese per la sua identità transgender.