Il presidente bielorusso, Aleksandr Lukashenko, mette a segno un colpo importante: si smarca da Putin e nello stesso tempo si accredita come mediatore negli affari interni russi. È passato in poche ore dal ruolo di vassallo di Mosca a quello di leader autonomo. Portando avanti la mediazione fra Putin ed Evgenij Prigozhin, il dittatore di Minsk si è guadagnato un credito che spenderà in momenti e modi diversi. Il primo è chiamarsi fuori dal conflitto in Ucraina o partecipare nelle modalità che deciderà lui. Da mesi, Putin cercava di coinvolgere la Bielorussia nell’operazione militare speciale. Fino a ieri, Lukashenko non poteva tirarsi indietro e aveva fornito armi e carri armati. La sua posizione era sostanzialmente senza via d’uscita perché nel 2020 Putin lo aveva blindato al potere, facendolo uscire indenne dalle proteste che avevano scosso profondamente il Paese dopo le elezioni presidenziali, dove Lukkashenko aveva letteralmente ribaltato i dati ai danni della vera vincitrice, Svetlana Tikhanovskaya, subendo un’ondata di proteste senza precedenti per il Paese che ne aveva seriamente messo in pericolo il suo regime. Con la mediazione Lukashenko chiederà in cambio soprattutto due cose. Il primo è di non dover dare uomini al Cremlino per operazioni in Ucraina. Putin sperava non solo in un aiuto in fatto di armamenti, ma anche nell’invio di truppe e nella possibilità di utilizzare il suolo bielorusso per attaccare dal nord l’Ucraina e puntare su Kiev. Tutte cose che Lukashenko vuole evitare. La seconda richiesta che il dittatore porterà avanti è quella di ritardare, possibilmente di bloccare l’integrazione fra Russia e Bielorussia, che era uno degli obiettivi di Putin e che avrebbe significato sostanzialmente l’asservimento della Bielorussia. Non solo. Il fatto che Prigozhin sia stato convinto dal dittatore di Minsk, significa che fra i due si è sviluppata un’intesa. Lukashenko potrebbe avere un ascendente sul proprietario della Wagner, che adesso avrà tutto il tempo di studiare sue mosse nel Paese, mentre il dittatore bielorusso potrà influire dall’esterno sugli equilibri della Russia e trarne vantaggi nel caso in cui l’ascesa in politica di Prigozhin diventi concreta. Per Lukashenko, la cosa più importante, è che Prigozhin rimanga al sicuro sotto il suo controllo.
m. o.