Venezia, 26 novembre 2023 – Proprio nella giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, Filippo Turetta, il 22enne di Torreglia (Padova) reo confesso del femminicidio della coetanea Giulia Cecchettin di Vigonovo (Venezia), ha passato la prima notte nell’infermeria del carcere di Montorio a Verona sotto la stretta sorveglianza degli operatori; è stato già visitato da un medico e uno psicologo: la dichiarazione più volte reiterata di avere avuto il pensiero di suicidarsi fa stare sul chi va là la polizia penitenziaria, ma la direttrice dell’istituto di pena, Francesca Gioieni, ha precisato che non si tratta di un detenuto "speciale": a lui "sono state applicate tutte le misure che si adottano quando arriva un nuovo detenuto. E il ragazzo mi è sembrato normale e tranquillo".
Il suo destino, dopo alcuni giorni nel reparto medico sarà nella sezione protetti dove sono reclusi quelli che più di altri potrebbero stimolare la vendetta degli altri detenuti. I "sex offender", si sa, in carcere non godono di molte simpatie.
Sarà nello stesso penitenziario veronese che martedì si recherà il gip di Venezia, Benedetta Vitolo, che ha redatto l’ordinanza di carcerazione, per l’interrogatorio di garanzia. All’arrivo di Turetta a Montorio c’era il legale di fiducia, il prof Giovanni Caruso: "Vi sembra rassegnato? È ancora presto per fare valutazioni. Mi è apparso molto disorientato e provato, non abbiamo parlato il merito della tragedia. Abbiamo avuto un’interlocuzione accettabile. Dopo l’interrogatorio vedrà anche i genitori". Il primo avvocato di ufficio, Domenico Compagno, dopo la polemica scatenata per i post "misogini e sessisti", ha dichiarato che rimetterà il mandato.
La consegna alle autorità italiane si è svolta come previsto: Turetta ha viaggiato in auto da Halle a Francoforte con la polizia ma senza manette. Quindi nella zona di sicurezza del grande aeroporto sul Meno è stato consegnato agli uomini del Servizio di cooperazione internazionale della polizia che erano giunti in Assia con un Falcon 900EX dell’Aeronautica. Il trireattore è ripartito per lo scalo Marco Polo di Venezia Tessera dove è atterrato alle 11,25: Turetta era circondato da agenti e ammanettato a polsi e caviglie. Verso le 13 è uscito dagli uffici della polizia di frontiera dopo che gli è stata notificata l’ordinanza di custodia cautelare per omicidio volontario aggravato da vincoli affettivi e sequestro di persona, ma la procura di Venezia è al lavoro per poter contestare anche la premeditazione e l’occultamento di cadavere. Quando è salito su un’auto civetta con i vetri oscurati preceduta e scortata dalle forze dell’ordine, Turetta è apparso emaciato, dimesso, con la barba incolta, tuta e scarpe da ginnastica, giubbotto blu. Con lo sguardo perso nel vuoto, quasi non si rendesse conto di ciò che stava vivendo, non detto una parola neppure sulla sua detenzione in Germania dov’è stato arrestato sulla A9 nei pressi di Bad Durrenberg la sera di sabato 18 novembre.
Ha parlato invece a ’Quarto Grado’ il padre. "Ha ucciso il suo angelo, la persona che amava – ha detto Nicola Turetta –. Non mi spiego cosa possa essere successo. Mi sembrava sereno, non depresso. È vero, diceva ‘senza di lei mi ammazzo’, ma anche a me è capitato da giovane quando sono stato lasciato".
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