Venerdì 30 Agosto 2024
GIULIA PROSPERETTI
Cronaca

Il ritorno a scuola. L’allarme dei sindacati:: "Vuote 40mila cattedre. E mancano i presidi"

Ivana Barbacci (Cisl Scuola): inizia un altro anno di supplenze "I concorsi non riescono a coprire i posti. A rischio la continuità didattica. Carenze anche nel personale Ata, servono nuove norme e investimenti".

Il ritorno a scuola. L’allarme dei sindacati:: "Vuote 40mila cattedre. E mancano i presidi"

Una protesta di docenti precari (foto d’archivio)

"Si ripresentano i problemi del passato ai quali si somma un forte condizionamento delle regole dettate dal Pnrr. Regole che hanno creato degli ostacoli rispetto alla funzionalità della scuola. Servono risorse aggiuntive significative per rilanciare il sistema scolastico". In vista dell’inizio del nuovo anno scolastico, la segretaria generale della Cisl Scuola, Ivana Barbacci, denuncia le criticità che rischiano di compromettere l’avvio delle lezioni.

Carenza di docenti. Qual è la situazione?

"Il piano di assunzioni determinato dal Pnrr prevede a fronte di oltre 60mila posti disponibili una copertura da concorsi ordinari di 45mila posti. Ma più del 50% dei concorsi non è stato espletato per carenza di commissari e a causa di ritardi amministrativi. Al 1° settembre avremo, dunque, circa 18mila insegnanti in meno del previsto che andranno a sommarsi alle 20mila cattedre già non coperte. L’anno scolastico inizierà ancora, per l’ennesima volta, con dei supplenti".

Coi concorsi ordinari non si riescono a coprire tutti i posti.

"Vorremmo venisse istituzionalizzato un secondo canale di reclutamento attingendo dalle graduatorie dei precari, le Gps. La combinazione tra i due meccanismi potrebbe sanare questo gap permanente e continuo di non copertura stabile dei posti di ruolo. Abbiamo ancora idonei del concorso 2020 da assumere".

Attingere dalle graduatorie Gps non sembra sia nei piani del governo.

"Il motivo è che con il Pnrr l’Europa ha vincolato il nostro Paese all’assunzione di 70mila docenti tramite concorsi ordinari entro il 2026. Attingendo dalle graduatorie Gps la preoccupazione del governo è di non avere poi la disponibilità di posti per assumere il numero di docenti previsto tramite concorsi. Ma sappiamo per certo che i concorsi ordinari non sono sufficienti: su 100 posti i vincitori sono in media 50-60".

Valditara ha assicurato che entro il 31 dicembre i concorsi verranno effettuati.

"Il completamento dei concorsi creerà un vulnus di continuità perché i supplenti verranno mandati a casa a gennaio. La continuità appare un valore a corrente alternata che risponde all’utilità del sistema amministrativo più che al diritto dell’alunno. Poi resta il problema delle commissioni fatte da docenti di ruolo che, senza esonero dal servizio, devono caricarsi di un impegno aggiuntivo a fronte di remunerazioni basse. Chi dà la disponibilità poi spesso si dimette".

Dal ministero è stato annunciato un aumento dei compensi per i commissari.

"Per ora non è stato fatto".

Sul fronte del sostegno la situazione è migliore?

"Il problema a monte resta la mancanza di disponibilità di insegnanti specializzati. Continuiamo ad avere 130mila posti in deroga, più della metà senza specializzazione e quindi non assumibili a tempo indeterminato".

Come si colma questa carenza di specializzazione?

"Con percorsi di formazione che auspichiamo diventino strutturali all’interno del ministero dell’Istruzione perché le università, soprattutto nel Centro-Nord, non riescono a coprire tutto il fabbisogno. Ma bisogna fare attenzione affinché l’offerta formativa sia uniforme e non si creino percorsi di serie A e di serie B".

Rimane il problema delle reggenze. Non è stato risolto col dimensionamento scolastico?

"Il numero dei posti vacanti è superiore a quello delle scuole tagliate, in particolare in Veneto, Lombardia e Piemonte che hanno quasi il 50% di scuole senza dirigente. Serviva un concorso ordinario che non è partito e lo straordinario previsto il 2 settembre è stato bloccato dai ricorsi".

Avete denunciato carenze anche del personale Ata.

"Più del 20% dei posti non è coperto da nomine in ruolo. Continuiamo ad assumere secondo il turnover e non secondo le disponibilità. Vanno modificate le norme e serve un investimento".