CECINA (Livorno)"In un anno ho perso 40 chili. Non so quanto tempo resti da vivere". Oliviero Toscani, diretto come sempre, aveva rivelato alla fine dello scorso agosto di essere stato colpito da una grave malattia degenerativa, l’amiloidosi, e di essere sottoposto a una cura sperimentale.
Ieri mattina le sue condizioni si sono aggravate, dal suo casale in collina è stato portato al vicino ospedale di Cecina. Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, che si trovava al pronto soccorso per un sopralluogo, l’ha incontrato brevemente per un saluto. Il Podere Campigallo, con tenuta di 120 ettari, è stato per anni il ’paradiso segreto’ di Toscani dove oltre a mettere a punto le campagne di comunicazione durante il rapporto con Benetton, andava a cavallo con i suoi Appaloosa e offriva agli amici il vino ’OT’ del suo vigneto nel salone che aveva fatto realizzare con travi di abete rosso californiano. Anni felici con i figli e la moglie e di grande creatività professionale. "Non serve una costosa macchina fotografica, ma saper vedere la realtà". Cosa che Toscani ha sempre saputo fare.
Figlio d’arte: nato a Milano il 28 febbraio 1942, figlio di Dolores Cantoni e Fedele Toscani, uno dei fotoreporter storici del Corriere della Sera, dopo gli studi al liceo Vittorio Veneto di Milano, nel 1965 si diploma in fotografia all’Università delle Arti di Zurigo, dove è allievo di Serge Stauffer, specialista di Marcel Duchamp.
Uno dei suoi primi servizi fotografici risale a quando aveva 21 anni: Oliviero Toscani sale a Barbiana, nell’Alto Mugello da don Lorenzo Milani. Era il 1963 ed era stato chiamato lassù per insegnare ai ragazzi del priore a usare la macchina fotografica. In quell’occasione Toscani scatta a raffica foto anche a don Milani, che lo mostrano nella quotidianità. Ma ben presto Toscani spazia anche in altri campi: lavora nella pubblicità e la sua prima campagna è per il cornetto Algida. Poi la moda per riviste come Elle, Vogue, Stern. E poi per le campagne di alcuni marchi di moda come Valentino, Chanel, Fiorucci, Esprit e Prénatal. Infine l’incontro con Benetton e l’idea del marchio United Colors of Benetton. Si diverte a infrangere tabù, le sue fotografie diventano spesso un messaggio potente che va al di là del prodotto. "Non ho inventato niente – diceva –, l’immagine la trovo tra le cose che offre la realtà".
Luca Filippi