Giovedì 20 Febbraio 2025
GIOVANNI PANETTIERE
Cronaca

Papa Francesco, attivismo dall’ospedale: silurato un vescovo accusato di pedofilia

Evidenziata una patologia infettiva grave. Ma Bergoglio mantiene il buonumore: "Legge e prega". Dubbi su viaggi e Giubileo

Città del Vaticano, 19 febbraio 2025 – Il quadro clinico complesso di papa Francesco adesso ha un nome e cognome: polmonite bilaterale. La doccia fredda arriva ai giornalisti in serata dalla Sala stampa vaticana. Non si parla più di una generica infezione polimicrobica e si chiarisce che Bergoglio presentava, prima del ricovero avvenuto venerdì al Policlinico Gemelli, "un quadro di bronchiectasie e bronchite asmatiforme". In pratica, la bronchite acuta, di cui soffriva da settimane e degenerata in una polmonite bilaterale, è insorta su una condizione respiratoria già di per sé debilitata e trattata con farmaci cortisonici. Ne consegue che quella che resta un’infezione polimicrobica "rende il trattamento terapeutico più complesso". Permane ancora un quadro clinico complesso.

Papa Francesco, 88 anni, durante l’ultima udienza generale svoltasi il 12 febbraio
Papa Francesco, 88 anni, durante l’ultima udienza generale svoltasi il 12 febbraio

"La Tac al torace di controllo alla quale il Santo Padre è stato sottoposto questo pomeriggio (ieri, ndr), prescritta dall’equipe sanitaria vaticana e da quella medica della Fondazione Policlinico Gemelli – si legge nel comunicato –, ha dimostrato l’insorgenza di una polmonite bilaterale che ha richiesto un’ulteriore terapia farmacologica". Uscendo dal gergo tecnico-medico, la situazione è estremamente delicata, nonostante da Oltretevere non si faccia esplicito riferimento ad un aggravemento delle condizioni del Papa, né alla tanto temuta presenza di uno stato febbrile. Data l’età di Francesco, la sua scarsa mobilità, dovuta alla gonalgia al ginocchio destro che lo costringe in carrozzina, il suo essere in sovrappeso, va scongiurata l’insorgenza di complicanze renali e cardiovascolari.

Debilitato dall’infezione polmonare, indebolito dagli antibiotici, costretto al riposo assoluto dai medici che lo hanno in cura, il Papa prova a far buon viso a cattiva sorte. Anche ieri, si precisa dalla Sala stampa vaticana, "ha alternato il riposo alla preghiera e alla lettura di testi". Ma non solo. Conscio che la degenza al Gemelli si prospetta alquanto lunga, pur se refrattario ad azzerare i ritmi di lavoro, Francesco ha trasferito la plancia di comando della barca di Pietro dal Vaticano al Vaticano III – il decimo piano del Policlinico Gemelli dove è ricoverato, mentre il Vaticano II è stato l’ultimo Concilio –, mettendo a segno un altro colpo nella lotta alla pedofilia nel clero.

Dal suo letto di ospedale, ha accettato ieri mattina le dimissioni di un vescovo canadese indagato nel suo Paese per abusi su minore. Si tratta di una forma soft per silurare, in maniera più o meno concordata, l’alto prelato, senza arrivare al redde rationem della destituzione. Settantacinque anni, Jean-Pierre Blais, finora ordinario della diocesi di Baie-Comeau, è stato oggetto di una class action da parte di presunte vittime di violenza sessuale. Gli atti a lui contestati sarebbero stati commessi tra il 1973 e il 1975 presso la canonica di Charny a Lévis. Vittima un bambino di 12 anni che avrebbe subito molestie.. Blais, tuttavia, nega qualsiasi addebito. Le indagini della giustizia civile proseguiranno per fare chiarezza sul caso, ma intanto Francesco ha deciso: è padre Pierre Charland, finora ministro provinciale dei francescani del Canada, il nuovo vescovo di Baie-Comeau.

L’interventismo di Bergoglio di questi giorni di ricovero, più forte della malattia, cementifica la presenza delle donne ai piani alti della Chiesa – ha nominato una suora come governatrice vaticana – e la tolleranza zero sulla pedofilia. Tuttavia non fuga i dubbi su una sua completa ripresa, una volta dimesso. Al Gemelli la sua stanza è blindata, ma dal suo entourage filtra la sensazione che comunque Francesco non potrà più sostenere i ritmi forzati degli ultimi tempi, a partire dalle due udienze settimanali per il Giubileo in corso. Per il momento sono cancellati tutti gli appuntamenti papali fino a sabato, mentre in Segreteria di Stato si continua a lavorare al viaggio di maggio in Turchia, a Nicea, per i 1700 anni dal primo, omonimo Concilio della storia. Poi si vedrà.