Roma, 21 dicembre 2020 - Sono sette, tutte donne. Le prime candidate ad aver passato un esame molto particolare. Fanno parte di un elenco ristretto che getta un ponte verso l’ignoto: un gruppo di ricerca affiliato al dipartimento di psicologia dell’ateneo di Padova ha certificato che posseggono facoltà medianiche. Il team è composto da sei studiosi. Coordinatore è Fernando Sinesio, 47 anni, napoletano trapiantato a Genova.
Dottor Sinesio, parliamo di poteri paranormali?
"Una volta si usava questo termine, fa pensare a qualcosa di attinente alla magia. Non è il nostro caso. I presupposti sono assolutamente scientifici: cerchiamo risposte plausibili a domande sospese tra fisica e spiritualità. Ipotesi, tesi e dimostrazione".
Chi sono i medium?
"Gente assolutamente comune in apparenza, le abilità che dimostrano sono interclasse e non dipendono dal grado di cultura. Susi Gallesi, emiliana, si è fermata alle scuole medie. Elisabetta Stellato è un brillante avvocato livornese. Fra loro c’è chi è ateo e chi è credente. Si tratta di persone che a un certo punto della vita hanno scoperto di essere diverse".
Diverse come?
"Riescono a comunicare con altre dimensioni".
In che modo?
"Non lo sappiamo. E non lo sanno neanche loro. La bergamasca Mara Biondi mi ha chiesto: dottore, davvero io sono una medium? Il grande enigma è questo".
Il vostro gruppo di ricerca assegna la patente di medium. In base a quali parametri?
"Un protocollo di 12 pagine, risultato di un approccio progressivo. Siamo partiti dalle indagini del professor Gary Schwartz, neurologo dell’università di Tucson, rivedute e corrette. Nel 2015 abbiamo lavorato con l’ateneo genovese, negli ultimi tre anni a Padova. Il metodo aggiornato prevede che ciascuno abbia un ruolo indipendente: lo studioso, il presunto medium e il familiare di una persona defunta".
Con quali garanzie?
"L’esperimento è definito a triplo cieco: nessuno dei tre attori ha un contatto diretto con gli altri. Le risposte del medium devono raggiungere per due volte uno standard del 60% prima di essere classificate veridiche e genuine".
Quali requisiti occorrono per entrare nell’albo?
"La precisione, la pertinenza e la spontaneità dei messaggi. Un bravo mentalista potrebbe cogliere elementi dal richiedente e riferirli come fossero proprie acquisizioni. Ma il protocollo esclude inganno e casualità".
Cosa fa un medium che sia realmente tale?
"Ha la capacità di entrare in contatto con un defunto. Fornisce informazioni su di lui. Ne conosce solo il nome di battesimo e a volte neppure quello, eppure i risultati sono straordinariamente sorprendenti".
Faccia qualche esempio.
"Una medium ha dato varie indicazioni sulla mia vita privata che soltanto io potevo sapere. Un’altra ha fornito il numero di targa dell’auto di un defunto di cui non conosceva nulla".
Lei vuol dire che il test stabilisce scientificamente una vita oltre la morte?
"Non è il nostro compito. Ci troviamo in una zona Al di là del conosciuto, per citare il titolo del mio libro-testimonianza. Annotiamo qualcosa di inspiegabile con i metodi tradizionali ma ci fermiamo lì. Anche per noi è un mistero".
Ha una teoria su questo fenomeno?
"Penso che la coscienza umana resti immanente dopo la morte, portandosi dietro la memoria di cose, fatti e persone. Una sorta di energia a cui i medium si connettono, attraverso un contatto diretto o aprendo una sorta di archivio immateriale: questo è l’oggetto della ricerca. Chi ha fede la chiama anima, io preferisco i concetti della meccanica quantistica. Ma è un’opinione personale".
Il Cicap, di cui Piero Angela è presidente onorario, da trent’anni combatte le pseudoscienze, il paranormale, l’occulto: siete avversari?
"Uno dei loro consulenti è il mago Silvan, l’uomo che smaschera i trucchi. Il nostro gruppo è composto da sei Silvan. Nessuno è prudente, pragmatico e scettico più di me".