Sabato 28 Settembre 2024
PAOLO ROSATO
Cronaca

Il procuratore De Paolis: "La Resistenza in mostra. Un viaggio nella Memoria soprattutto per i ragazzi"

Il 2 ottobre arriva a Francoforte una grande esposizione sulla Liberazione. Il magistrato-curatore: "I tedeschi resteranno impressionati da foto e documenti".

Il procuratore De Paolis: "La Resistenza in mostra. Un viaggio nella Memoria soprattutto per i ragazzi"

Il 2 ottobre arriva a Francoforte una grande esposizione sulla Liberazione. Il magistrato-curatore: "I tedeschi resteranno impressionati da foto e documenti".

È passata da Bologna in primavera e in tante altri grandi città italiane e arriverà a Francoforte il 2 ottobre, la splendida e dolorosa mostra Nonostante il lungo tempo trascorso…, imponente esposizione documentale che racconta la guerra di Liberazione dal 1943 al 1945. A curare la mostra il magistrato Marco De Paolis (nella foto in basso), procuratore generale militare presso la Corte militare di appello. Che ci racconta – l’intervista completa sarà lunedì nel podcast di Qn-Carlino Il Resto di Bologna – genesi e obiettivi di un viaggio tra gli orrori della Seconda guerra mondiale e i valori unici e irrinunciabili della Resistenza.

Quando è partita l’organizzazione della mostra?

"La mostra è nata nel 2021, allestita per la prima volta all’Altare della Patria a Roma, al sacrario delle bandiere, sotto l’alto patronato della presidenza della Repubblica. Poi è diventata itinerante, ha toccato tutte le più grandi città italiane. Arriva quindi a Francoforte dal 2 al 27 ottobre e non a caso sarà allestita nella Paulskirche, che è un po’ il tempio della democrazia tedesca, dove è stata firmata la prima Costituzione della Germania. Hanno dimostrato una grande sensibilità per un tema complesso per noi e anche per loro".

Che effetto farà secondo lei ai tedeschi una mostra così?

"Scherzando ho sempre detto “non vorrei essere un tedesco che vede questa mostra“, per la qualità e la quantità di documentazioni e immagini che riguardano questa pagina così drammatica. Farà impressione anche ai tedeschi che non conoscono questa vicenda storica o che la conosco poco. Gli italiani credo rimangano colpiti dal grado di collaborazione che c’era per quei crimini".

La mostra è anche frutto di sue inchieste giudiziarie, corretto?

"Un percorso molto lungo e approfondito, 16 anni in cui ho avuto modo di istruire centinaia di procedimenti e decine di processi per le stragi nazifasciste durante la guerra di Liberazione, in Italia e all’estero. Tutto questo ha consentito di fare una luce più precisa sul fenomeno, è venuta fuori una ricostruzione che ha quasi stupito anche me. Un’incidenza nel nostro Paese particolarmente significativa, per dire qualche numero: quasi 25mila vittime civili da crimini di guerra e circa 70mila vittime militari da crimini di guerra. L’intenzione è far conoscere soprattutto ai ragazzi questa pagina di storia forse oggi poco raccontata, non ci si arriva nemmeno con i programma scolastici. Ma la Resistenza costituisce il fondamento etico del nostro Stato: pace, libertà e solidarietà".

Che tipo di viaggio si compie in questa mostra?

"Pannelli grafici con immagini, scritti e dati che riguardano il periodo. Poi ci sono video sonori e muti, sia su stragi ed eccidi che riguardano gli italiani, sia sulle deportazioni degli italiani stessi, che ricordiamo furono oltre 650mila. Ovviamente, non manca il materiale giudiziario, compresa Norimberga. C’è anche una parte interattiva per ognuna delle quattro sezioni, touchscreen con i quali si potranno approfondire notizie su località, persone e indagini".

Proprio domani il presidente Sergio Mattarella e il presidente tedesco Frank Walter Steinmeier saranno a Marzabotto per l’80° anniversario dell’eccidio di Monte Sole. La Resistenza in Italia divide ancora, a volte, la politica. Lei che cosa ne pensa?

"Non è la prima volta che Steinmeier fa un gesto del genere – era già stato nel 2019 a Fivizzano, nella provincia di Massa-Carrara –, stavolta ripete il gesto del presidente tedesco Rau che nel 2002 salì a Monte Sole e chiese scusa agli italiani. Penso che tutto questo ci possa aiutare, se lo vogliamo, a superare una volta per tutte quelle divisioni che continuano a serpeggiare su queste vicende".