Roberto
Giardina
La Finlandia, che resisté eroicamente nelle foreste ghiacciate nel 1940 al gigante sovietico, durante la guerra fredda ha gestito pragmaticamente i rapporti con il Cremlino, senza provocare e senza obbedire ciecamente. "L’attacco all’Ucraina ha cambiato l’opinione pubblica di 180 gradi – spiega l’ex premier finlandese Alexander Stubb. – Chi mostra debolezza viene aggredito". Helsinki si difende, non minaccia.
"La Nato ha l’encefalogramma piatto", scrisse nel 2020 Der Spiegel. Ora è stata resuscitata da Putin. Ha invaso l’Ucraina per impedire che entrasse nella Nato, così sostiene, ma ha ottenuto di allargare il fronte avversario. L’obiettivo di dividere l’Alleanza è fallito. Oggi tutti sono solidali con Kiev, ma non tutti d’accordo su come procedere. Germania e Francia vogliono aprire le trattative per giungere a un compromesso che ponga fine al conflitto, che non preveda la capitolazione di Kiev, e neppure – come dice Macron – una pace umiliante per Putin. Non sarà facile.
E bisogna muoversi con prudenza, l’allargamento della Nato, e le sanzioni, stanno spingendo sempre più la Russia verso la Cina. Un pericolo per gli Stati Uniti. Gli europei non vogliono e non possono rompere i rapporti commerciali con Pechino, e Biden si troverebbe domani a dover affrontare cinesi e russi alleati.
Sempre grazie a Putin, gli europei sono stati costretti a vedere la propria debolezza. Si dovrà spendere di più per la difesa, e coordinare gli investimenti. Un’Europa più forte e anche più indipendente dagli Usa? Stoltenberg, il segretario generale della Nato, ha annunciato che al prossimo vertice di Madrid, il 29 e 30 giugno, bisognerà avviare la riforma invocata da tempo. Un’Europa più forte e responsabile non vorrà essere scavalcata dagli Usa nelle mosse da prendere.