"Bisogna smetterla di alimentare le paure parlando d’invasione e di emergenza: chi rischia la vita in mare non invade, cerca accoglienza, cerca la vita. Il Mare nostrum grida giustizia con le sue sponde che da un lato trasudano opulenza, consumismo e spreco, mentre dall’altro vi sono povertà e precarietà". È il messaggio vibrante di papa Francesco davanti a 60mila persone raccolte nello stadio Vélodrome di Marsiglia. Una strigliata all’Europa "in cui ci si può ammalare di cinismo e indifferenza, di disincanto e rassegnazione davanti alla tragedia dei migranti". E al tempo stesso un appello a "fronteggiare con sapiente lungimiranza le obiettive difficoltà esistenti".
La soluzione, ha detto il Pontefice, non è respingere i profughi, ma "assicurare secondo le possibilità di ciascuno un ampio numero di ingressi legali e regolari, sostenibili grazie a un’accoglienza equa da parte del continente europeo, nel contesto di una collaborazione con i Paesi d’origine". C’erano ad ascoltarlo il presidente Macron con la moglie Brigitte, che poi - nessuno se lo aspettava - assisteranno alla messa: cosa che ha profondamente irritato la sinistra, secondo cui quel gesto ha offeso i principi laici della Repubblica. C’era il ministro degli Interni Darmanin, proprio quello che ha scatenato la caccia ai migranti con i droni e i gendarmi a Ventimiglia. C’era Christine Lagarde, presidente di quella Banca centrale europea che s’interessa ai flussi economici, non certo a quelli migratori. Le contraddizioni non potevano essere più evidenti: da una parte il Papa che invita a combattere gli egoismi nazionali, dall’altra il presidente che non vuole più accogliere i disperati che approdano dall’Africa in Italia.
C’è stato, è vero, fra Macron e il Papa un colloquio riservato in cui si è parlato di tutto, della guerra in Ucraina ("Non scordiamoci di pregare per il martoriato popolo ucraino") e della situazione nel Sahel, di fine vita (un disegno di legge verrà presentato prossimamente in Assemblea Nazionale) e soprattutto di sbarchi clandestini: vedremo nei prossimi giorni se l’esortazione papale avrà ottenuto qualche effetto.
Per ora, benché accolto come una star mondiale nello stadio di Marsiglia rimesso a nuovo, papa Francesco è sembrato un uomo che predica solo contro tutti. Il suo 44esimo viaggio apostolico di due giorni a Marsiglia ha concluso gli Incontri del Mediterraneo, cui hanno partecipato 65 vescovi e capi religiosi del Mare Nostrum. Arrivato in papamobile nell’avenue del Prado decorata in giallo e bianco, i colori del Vaticano, il Pontefice è stato accolto al Vélodrome dal tifo scatenato dei fedeli; nella curva nord era stata eretta una statua della Vergine, dominata da una croce alta 8 metri.
"Bonjour Marseille, Bonjour la France!", ha esordito Francesco davanti alle telecamere che hanno riprodotto la sua immagine su enormi schermi all’esterno dello stadio. Quindi, dopo aver ricordato che Marsiglia è da secoli una porta spalancata sul mare, sulla Francia e sull’Europa, ha invitato tutti a non vedere i migranti "come un peso da portare: se li consideriamo fratelli, ci appariranno soprattutto come doni".