La politica come una passione che ha attraversato più generazioni. E senza deviazioni: tutti a destra. Quella estrema, ieri, quella costituzionale, oggi. Non fosse per un dissidente: una pecora bianca, in questo caso, in una famiglia di pecore nere, giusto per usare una metafora popolana. Così i La Russa. Ce n’è stato uno prima di Ignazio, cofondatore di Fratelli d’Italia, ce ne sono e probabilmente ce ne saranno altri dopo. In principio fu Antonino La Russa da Paternò: il capostipite. Avvocato, “principe del foro“ prima nel Tribunale di Milano e poi in quello di Catania, Antonino, negli anni Quaranta, è stato segretario del Partito Nazionale Fascista proprio nella cittadina siciliana. Antonino ebbe 4 figli: Vincenzo, Ignazio, Emilia e Romano.
Il più noto è Ignazio, avvocato e politico come il padre, una vita a destra, nel Movimento Sociale Italiano (Msi) e in Alleanza nazionale (An) prima, nel Popolo della Libertà poi e, infine, in Fratelli d’Italia, già ministro della Difesa nel Governo Berlusconi IV. " In casa abbiamo sempre respirato aria di politica e di diritto – aveva raccontato nel 1994, quando era vicepresidente della Camera e An sosteneva il primo Governo Berlusconi, nel libro “Mal di Destra” –. Avevo 11 anni e sentivo già la politica nel sangue. Il primo comizio lo feci poco prima di partire per Milano, in un paesino di montagna, sull’Etna... Doveva parlare mio padre, che all’ultimo momento si fece sostituire da un suo amico avvocato. Lui mi diede un foglietto, dove c’era scritto un breve saluto che avrei dovuto leggere. Salito sul palco, però, gettai via il foglietto e parlai a braccio. Il discorso me lo ricordo ancora. Cominciava cosi: “Uomini onesti, insieme si sono uniti…“".
La pecora bianca è stato Vincenzo La Russa, primogenito di Antonino, fede democristiana, per tre legislature in Parlamento, Dc e poi Ccd: il padre si era rassegnato a definirlo "il chierichetto di casa". Quindi Romano, l’ultimogenito, che ha seguito le orme del padre e del fratello Ignazio. Ha iniziato a fare politica al liceo classico milanese Carducci, nelle organizzazioni giovanili del Msi: Giovane Italia e Fronte della Gioventù, “trincea nera’’ di piazza San Babila, duro tra i duri – più del fratello Ignazio, pare – negli Anni di Piombo. Romano è arrivato alla grande politica negli anni ’90, capogruppo di An in Lombardia, poi europarlamentare e assessore di Roberto Formigoni.
La dinastia potrebbe non fermarsi qui. Ignazio ha tre figli, tutti con secondo nome da eroi nativi americani: Antonino Geronimo è presidente di Aci Milano; Lorenzo Cochis è consigliere di zona per FdI; Leonardo Apache è rapper e influencer. Romano La Russa ha 5 figli. L’ultima, Maria Cristina, è sposata con Marco Osnato, deputato di FdI. La dinastia continua anche per interposto cognome.